“Zona rossa sì, chiusura delle scuole no. I nostri figli non si meritano questo” è questa la protesta svoltasi questa mattina, lunedì 15 marzo, alle scuole elementari e medie a Vidor.
L’iniziativa è stata organizzata da un gruppo di mamme e papà di alunni che frequentano la primaria vidorese.
Erano circa una trentina i genitori accompagnati dai figli che hanno voluto dire “no” a questa nuova disposizione del Governo, radunandosi davanti all’istituto per protestare contro la chiusura delle scuole, che impone ai bambini la Didattica a distanza e l’isolamento di bambini e ragazzi.
“Dopo tutti i sacrifici chiesti ai bambini e gli sforzi fatti dalle istituzioni scolastiche per rendere sicura la frequenza in aula, è inaccettabile – accusano i genitori -, ad un anno dall’inizio della pandemia, che chiudere le scuole sia ancora una soluzione plausibile. I bambini hanno bisogno della scuola come il pane, l’istruzione deve essere tra le priorità e le scuole devono rimanere aperte“.
“Non ci sono dati che indichino come la scuola di primo e di secondo grado possa essere un punto nevralgico per l’esplosione di focolai. – continuano – Le misure che vengono adottate all’interno dell’istituto hanno dimostrato che gli eventuali casi sono stati isolati e contingentati in modo efficace. Crediamo che non sia necessario chiudere le scuole per contrastare il virus. I bambini non si meritano questa decisione“.
C’è chi invece non ha manifestato, come gli stessi professori e le maestre, che non hanno partecipato all’iniziativa e che hanno dovuto iniziare le lezioni online con 15/20 minuti di ritardo causa protesta.
Sul posto presente anche il sindaco di Vidor, Mario Bailo, che ha così commentato la pacifica protesta venendo incontro anche ai genitori: “Capisco il momento difficile e che si creeranno strascichi e problemi nelle famiglie – spiega -, però bisogna rispettare queste normative”.
Anche alla materna e alla primaria di Miane, sempre questa mattina, è stata organizzata una manifestazione di dissenso verso la chiusura della scuola in presenza, tutti convinti sostenitori degli slogan “La presenza è essenziale” e “La Dad no, la presenza sì”.
“I nostri figli hanno bisogno di socializzare e di partecipare nel momento dell’educazione – hanno affermato in coro i genitori di Miane -, non possono essere educati ed istruiti come dei burattini dietro uno schermo! Anche questo momento per loro diventerà educazione, imparare a chiedere il rispetto dei propri diritti”.
“L’educazione non è un capriccio e casa non è un aula! – concludono -. Una formula di rispetto anche verso tutto l’impegno speso dai docenti fino ad ora”.
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