Chi l’ha detto che il Vigile del Fuoco è un mestiere solo per uomini? Valeria Covre, 36enne di Cordignano, ed Elisa Wirtisch, 35enne di Gorizia, fanno proprio questo lavoro e hanno raccontato il percorso che le ha condotte verso tale professione.
Valeria è operativa al distaccamento di Vittorio Veneto, mentre Elisa in quello di Conegliano.
“Siamo diventate ufficialmente operative nell’ottobre 2023, dopo nove mesi di formazione” hanno raccontato, spiegando che, in precedenza, svolgevano una professione del tutto differente.
“Io insegnavo matematica e scienze alla scuola media. Inoltre facevo la guida naturalistica – ha spiegato Valeria Covre -. Quando facevo la guida ho conosciuto un Vigile del Fuoco di Pordenone, con il quale siamo diventati amici: lui mi ha lanciato l’idea di fare il concorso”.
“Onestamente non mi era mai venuto in mente di farlo, perché non pensavo fosse un lavoro aperto alle donne – ha proseguito -. Questa è una professione che rispecchia i miei valori, come la solidarietà, l’altruismo e la soddisfazione nell’aiutare gli altri. Si tratta di un lavoro che richiede manualità, ma anche la testa: un connubio tra questi due aspetti”.
Una storia, quella di Valeria, che è molto simile a quella di Elisa.
“Io lavoravo come addetta alle vendite e una persona a me vicina, che è Vigile del Fuoco, mi ha fatto appassionare a questo modo di vivere la Caserma – ha raccontato Elisa Wirtisch -. Sicuramente è un ambiente famigliare, anche tra colleghi, difficile da trovare in altri lavori. Questa persona mi ha detto del concorso e io ci ho provato: quello del Vigile del Fuoco è un mestiere che dà grandi soddisfazioni, ognuno nella squadra è importante. Ci si supporta a vicenda, si crea una bella affinità, a volte non serve parlare per capirsi”.
Quali difficoltà si possono trovare in questo mestiere? “Una difficoltà può essere quella dei pregiudizi anche nella popolazione esterna, a volte sconcertata dal fatto che arrivino delle donne ad aiutare – la risposta di Valeria -. Quello del Vigile del Fuoco è un lavoro di squadra, dove ognuno trova il suo spazio e al fianco ci sono colleghi con la volontà di insegnare”.
Una professione che prevede un periodo di preparazione, come ha specificato Elisa: “Abbiamo affrontato un addestramento come tutti e le stesse prove fisiche degli uomini al concorso – ha riferito -. Su 650 allievi circa una quarantina erano donne nel 2023: una cifra in crescita, rispetto a dieci anni fa, quando ce n’erano 5 su 600. I numeri stanno aumentando”.
Nella sola provincia di Treviso sono 8 le donne che lavorano come Vigili del Fuoco, nella centrale trevigiana e nei vari distaccamenti. Una cifra aumentata vertiginosamente, considerato che in un solo anno questo numero è passato da 3 a 8.
Valeria ed Elisa hanno osservato che tale aumento è il risultato di “una somma di cose”: “I Vigili del Fuoco fanno anche altre attività oltre a quelle operative, come quella di far conoscere il nostro lavoro alle nuove generazioni – hanno raccontato entrambe -. Spesso la donna cade dentro alle convenzioni, ma sempre di più si stanno emancipando, al di fuori di quella che è la visione che riguarda la cura della casa e della famiglia”.
“Ognuna può trovare spazio e si stanno aprendo gli orizzonti mentali, togliendo certi paletti e creando una certa consapevolezza – hanno spiegato -. Per fare il Vigile del Fuoco, in generale, alla base ci devono essere la dedizione e la soddisfazione di aiutare gli altri, ma anche il senso di sacrificio, perché si potrebbe ricevere la chiamata per un intervento nel momento in cui ci si trova tranquillamente a casa”.
E quale consiglio devono tenere a mente le donne che vorrebbero intraprendere questa professione? “Avere tanta forza di volontà, non arrendersi, perché saranno molte le cadute, ma ci si rialza sempre, anche grazie all’umiltà di voler imparare – le parole di Valeria ed Elisa -. Bisogna rimanere aperti al confronto, perché si impara qualcosa fino all’ultimo giorno: non si deve credere di sapere tutto, perché un giorno non è mai uguale all’altro”.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video a cura di Arianna Ceschin)
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