Ieri verso le 19 attraverso il numero unico di emergenza di Bolzano, alla Centrale di Pieve di Cadore è pervenuta la segnalazione di due persone in difficoltà in un punto non specificato del monte Civetta.
Senza indicazioni, l’elicottero del Suem cadorino è quindi decollato per verificare gli itinerari più frequentati, puntando sulla normale e passando poi alla Ferrata degli Alleghesi, senza riscontro. Al numero indicato non rispondeva nessuno, né alle chiamate, né ai messaggi di alcun tipo.
L’elicottero Falco è quindi sceso per imbarcare un tecnico del Soccorso alpino della Val di Zoldo, per tornare in quota e guardare nei punti dove più spesso si riscontrano problemi. In quel frangente il capo del Soccorso alpino della Val di Zoldo ha avvertito l’equipaggio di aver visto con il binocolo due persone all’altezza della Punta Tissi, 200 metri sotto la cima, che stavano camminando verso la Ferrata.
Lasciato il personale medico a terra e imbarcato il soccorritore, Falco è risalito, ma la cima del Civetta si era nel frattempo coperta di nubi. Dopo aver atteso un varco, ormai prossime le effemeridi, l’elicottero ha fatto un ultimo tentativo dalla cima, percorrendo a volo radente la Ferrata senza vedere nessuno, ed è dovuto rientrare.
Alle 2 la Centrale è stata contattata direttamente dalle due persone che avevano mandato il messaggio, padre e figlio inglesi di 70 e 22 anni. Dalle informazioni raccolte in seguito, arrivati tardi in cima al Civetta, avevano lanciato l’allarme perché ormai era vicino il buio e temevano il rientro. Non prendendo il telefono, erano scesi lungo la Ferrata e si trovavano ormai quasi all’attacco, come appurato dai soccorritori dopo averne individuato le frontali.
Pur vicini al sentiero, il padre però non era più in grado di proseguire per la stanchezza e il freddo. I due escursionisti sono quindi stati recuperati dall’elicottero di Trento e trasportati a valle.
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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