Ecologia della mente o bidoni dell’immondizia?

Il tempo e le informazioni sono un bene prezioso e devono essere ben gestiti. Mentre avere più tempo a disposizione è una grande risorsa, l’eccesso di informazioni, frutto di cattive abitudini, genera grandi perdite di tempo. E non solo.

Ogni giorno siamo sottoposti ad un continuo bombardamento di informazioni che riceviamo dai mezzi di comunicazione di massa, dal web, dalle e-mail e dai social media. La gestione di queste informazioni richiede però tempo e tende a ridurci le tempistiche dedicate al lavoro e al tempo libero. Come possiamo fare per proteggerci?

Un concetto molto interessante viene espresso da Tim Ferriss, imprenditore e scrittore statunitense, nel best seller “4 ore alla settimana”, in cui descrive la cosiddetta “Dieta dell’informazione”. Se ci troviamo di fronte ad una tavola imbandita e iniziamo ad abbuffarci senza misura, alla fine ingrassiamo, diventiamo obesi, la vita diventa diversa e difficile e il rischio di morte legato a questa patologia aumenta esponenzialmente.

Da questa metafora inquietante, emerge con forza un concetto: al giorno d’oggi, per essere efficaci e produttivi non possiamo porci nella situazione di dover subire tutte le informazioni che ci arrivano.

Purtroppo, le abitudini di vita ci portano spesso a diventare succubi di questa mole di informazioni, perdendo gradualmente la percezione del pericolo che si corre: perdere tempo, abbassare le risorse, sprecare vita.

La soluzione di fondo è quella di alzare la consapevolezza di ciò che si fa, evitando comportamenti automatici e abitudinari.

La prima “dipendenza” dall’eccesso di informazioni sono i social media, da WhatsApp a Facebook, passando per Instagram e arrivando a TikTok.

Sono strumenti sicuramente utili per la vita privata e professionale, ma sono anche strumenti genialmente pensati per interrompere costantemente chi li utilizza.

Quando si utilizza WhatsApp, ciò che succede è che chi sta dall’altra parte si aspetta una risposta quasi istantanea, che probabilmente cercheremo di dargli nel più breve tempo possibile. In questo modo, ci troviamo a essere in contatto con centinaia di persone o gruppi che quotidianamente si aspettano di ricevere una risposta istantanea da noi. Stesso problema viene generato da Facebook e gli altri social sopra citati.

Se li domiamo al nostro volere, vanno benissimo per fare pubblicità, per farci conoscere, per metterci in contatto con altre persone che condividono alcuni dei nostri interessi.

Così facendo, nella nostra giornata si va a finire che dedichiamo troppo tempo al “nulla”, alcune informazioni saranno importanti, altre meno, ma lo sapremo solo quando è troppo tardi, cioè quando avremo sprecato tempo prezioso, che non ritornerà più indietro. E sappiamo tutti che per professionisti e imprenditori, il tempo è la risorsa più importante.

Chi ama navigare e curiosare nei vari social, sa benissimo che si perde la cognizione del tempo e dovrebbe usare una cosa semplicissima: un timer e la sua suoneria, che gli ricordino che è terminato il tempo che ha deciso “anticipatamente” di dedicare al suo divertimento: 10 minuti, 20 minuti, 30. Dopodiché occorre chiudere, staccare e dedicarsi ad altro.

Altrimenti si resta lì dentro e nemmeno ci si accorge che la giornata se n’è andata senza generare niente di produttivo.

Infine, c’è anche lo spazio mentale occupato dal “nulla”, con inutili informazioni entrano nella nostra testa ed iniziano a occupare la nostra memoria, un po’ come avviene per i computer e gli smartphone.

Per concludere, i nostri risultati, ciò che produciamo, sono figli di ciò che pensiamo. Di conseguenza, se abbiamo la testa piena di spazzatura, alla fine è molto probabile che ciò che produrremo sarà spazzatura. E la nostra mente non è un bidone per la raccolta dell’umido…

Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Eros Tugnoli – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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