La cerimonia che si è svolta oggi pomeriggio alle ore 15, nell’aula civica del Museo della Battaglia di Ceneda, ha un altissimo significato. Con questo gesto formale voluto all’unanimità dal consiglio comunale vittoriese, tutti gli alpini sono diventati cittadini di Vittorio Veneto.
Il presidente dell’Associazione nazionale alpini Sebastiano Favero (nella foto in alto, a sinistra), accompagnato dal consiglio direttivo nazionale, dai presidenti delle sezioni del terzo Raggruppamento, dal generale di corpo d’armata Claudio Berto, comandante delle truppe alpine, dal generale Claudio Mora, sottocapo di stato maggiore dell’esercito, ha ricevuto a nome di tutte le penne nere l’importante benemerenza.
Il sindaco Roberto Tonon (nella foto in alto, a destra) con questo atto ha voluto suggellare il rapporto tra la città e gli alpini, un rapporto di stima e ammirazione. Vittorio Veneto è divenuto il luogo naturale ed ideale da tramandare alla storia per ricordare la battaglia finale.
La città, con tutti i paesi della Sinistra Piave, ha pagato un tributo altissimo al conflitto. L’ultimo anno dalla Grande Guerra, con il nemico in città fu durissimo. La popolazione civile alla fine fu decimata da stenti, bombe e fame. La gratitudine agli alpini per quella liberazione e per tutta l’attività di protezione civile che svolgono in tempo di pace è stata oggi ufficializzata con la concessione della cittadinanza onoraria.
Momento toccante il collegamento con le truppe alpine in missione di pace in Libano. Il generale Paolo Fabbri e il colonnello Antonio Arrivella dal Paese dei cedri hanno dato una testimonianza diretta dell’impegno delle truppe alpine per la pace nel mondo.
Cornice dell’evento il Museo della Battaglia di Ceneda, nella cui magnifica aula civica oggi è avvenuta la cerimonia. Nacque dall’iniziativa di un ragazzo del ’99, Luigi Marson, vittoriese, arruolato nel Secondo granatieri, che attraverso oggetti e documenti cercò di ricostruire, prima di tutto per se stesso, l’evento bellico, al quale aveva partecipato con spirito patriottico.
Nel Dopoguerra, allestì una piccola raccolta a casa propria. Nel 1936 ebbe luogo una prima esposizione pubblica, per intervento della Società Dante Alighieri. Marson decise successivamente di donare il frutto del suo impegno alla città di Vittorio Veneto. Così fu allestita la nuova sede museale nella sede del consiglio della comunità a Ceneda.
Il 2 novembre 1938 si svolse la grandiosa cerimonia di inaugurazione del nuovo Museo della Battaglia. Luigi Marson venne nominato direttore del museo, carica che tenne fino alla morte nel 1952. La sfida vinta da questo museo, non è tanto quella “spiegare” quanto di “raccontare”.
Le stanze espositive disposte sui tre livelli del palazzo propongono tre percorsi ideali: la trincea, l’invasione e il mito. Per capire la Grande Guerra, una visita al museo è d’obbligo.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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