Era il 4 maggio 1949 quando il mondo calcistico nazionale e, di riflesso, il Paese vennero scossi da una tragedia: l’aereo su cui viaggiava l’intera squadra di calcio del Torino, di ritorno da Lisbona, si schiantò sul colle di Superga.
Di quei giocatori, reduci dalla vittoria di cinque scudetti consecutivi (dalla stagione 1942-1943 a quella del 1948-1949), nessuno si salvò. Una squadra, denominata il “Grande Torino” proprio per le imprese sportive, destinata a rimanere una leggenda.
E proprio a quei giocatori (“gli invincibili”, come sono stati definiti) è dedicata la mostra “Grande Torino, eterna leggenda”, allestita (su due piani) negli spazi della Galleria dell’Eremo, nella sede municipale di Rua di Feletto.
Una mostra che è paragonabile a uno scrigno prezioso, ricco di testimonianze fotografiche, articoli di giornale di quegli anni di vittorie e incentrati sulla scomparsa dei giocatori, ma anche vecchi palloni e scarpe da gioco, cimeli e oggettistica varia, fino a un pezzo di quell’aereo su cui la squadra fece il suo ultimo volo.
Un’iniziativa che arriva nel territorio in occasione del passaggio del Giro d’Italia, nell’anno del 75esimo anniversario della tragedia, come ha spiegato Alberto Stocco di Ca’ del Poggio. Una mostra aperta al pubblico fino al prossimo 2 giugno (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, il martedì e giovedì con orario prolungato fino alle 18.30 e il sabato dalle 9 alle 12).
L’esposizione è organizzata dal Comune di San Pietro di Feletto, con il patrocinio della Regione Veneto, dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, con la partnership del Muro di Ca’ del Poggio e la collaborazione con l’Aia (Associazione italiana arbitri) di Conegliano.
L’inaugurazione con i campioni
La mostra è stata inaugurata questa mattina, alla presenza di ospiti vari, tra campioni e rappresentanti del mondo istituzionale. Una cerimonia condotta dall’ex arbitro di calcio Gabriele Gava.
“Una squadra che non tornerà più”, sono state le prime parole usate per celebrare la memoria del Torino, mentre in platea c’è chi, per l’occasione, ha voluto indossare maglie iconiche o portare con sè le classiche sciarpe da tifosi.
Una mostra, quindi, che è un connubio tra il Museo Grande Torino e il Giro d’Italia, come è emerso.
“Commemorare questa squadra è un modo per raccontare cosa riesce a fare il nostro territorio”, le parole di Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
“Il grande Torino è una cosa che unisce anche tifosi di altre squadre – le parole di Domenico Beccaria, presidente dell’associazione Memoria Storica Granata – Questa è la 180esima mostra in tutta Italia: fu una squadra che aiutò il Paese a mostrarsi oltre il confine nazionale”.
“Non è un ricordo nostalgico che sbiadisce nel tempo – il commento di Giampaolo Muliari, direttore del Museo Grande Torino – Si tratta di una squadra che ha rappresentato la speranza: un patrimonio unico di valori“.
Da parte loro, gli sportivi invitati all’inaugurazione hanno raccontato cosa il Torino ha rappresentato loro: a partire da Daniele Pontoni, nome noto del ciclismo, il quale ha invitato tutti i presenti a recarsi a Superga, “perché è qualcosa di unico”.
Roberto Policano, detto “Rambo”, ha ricordato gli anni in cui ha giocato al Torino per tre stagioni, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta: “Torino ha la capacità di farti entrare subito nell’ambiente”, ha ricordato.
Mister Gianni De Biasi ha raccontato il periodo da allenatore in quella squadra: “Al Torino è stato bellissimo, un’esperienza capitata in un momento particolare – ha spiegato – Tre anni indimenticabili e di soddisfazioni: posso solo parlare bene di questa squadra e di questi giocatori”.
Aldo Serena, invece, ha giocato nel Torino nel periodo 1984-1985: “Quando arrivai, ebbi un’iniziazione. Bisognava imparare la storia di quanto avvenuto, consultando i giornali – ha riferito – Ho trovato in tutto questo un sentimento profondo“.
“Una memoria collettiva importante – il commento dell’assessore regionale al Turismo Federico Caner – Una squadra che fa parte del patrimonio collettivo e che svela i punti in comune tra i territori”.
Una memoria storica che è stata sancita poi dal taglio del nastro e dalla visita alla mostra, che ha attirato l’attenzione di tutti, dai bimbi ai più anziani.
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