Montebelluna, davanti al Duomo un ulivo ricorda le vittime della pandemia. Impennata di contagi: più 50 in un giorno

 

Si torna in zona arancione, da lunedì nuove chiusure e restrizioni e, nello stesso giorno, riapre il reparto Covid dell’ospedale San Valentino di Montebelluna.

“La situazione torna a farsi difficile – dichiara il sindaco Elzo Severin – Ieri mi sono stati segnalati ben 50 casi in più. Soltanto con la nostra buona volontà usciremo da questa situazione, rispettando con sempre maggiore attenzione le indicazioni che ci vengono fornite”.

La speranza di uscirne fuori è soprattutto legata ai vaccini che però non cisono: “Io stesso mi sono messo a disposizione per praticarli – spiega il sindaco e medico Elzo Severin -. Il Centro frazionale di Busta è pronto ad accogliere il punto vaccini che però, nonostante le rassicurazioni, continuano a non arrivare. Questa nuova chiusura darà un ulteriore colpo alla già fragilissima situazione dell’economia locale e del commercio. Mi auguro che arrivino sufficienti aiuti dallo Stato, le piccole imprese commerciali sono in ginocchio”.

Questa mattina, sabato 6 marzo, si è svolta una cerimonia di inaugurazione di una targa che ricorda i morti montebellunesi di Covid-19 (sono 57 dall’inizio della pandemia), posta davanti a un ulivo piantumato nei giorni scorsi nel giardino sull’ala est del Duomo.

Commozione il sentimento che ha contraddistinto la mattinata montebellunese. Intorno alle 11 di questa mattina una piccola rappresentanza del mondo civile montebellunese, assieme il vicesindaco reggente di Montebelluna, Elzo Severin, e il prevosto di Montebelluna, Monsignor Antonio Genovese, oltre alle rappresentanze di carabinieri, guardia di finanza, protezione civile e vigili del fuoco, si è riunita di fronte al Duomo di Montebelluna per una semplice cerimonia nel corso della quale è stato scoperto l’ulivo a ricordo delle vittime del Covid-19 e una targa commemorativa con una citazione di Sant’Agostino: “Non si perde mai colui che si ama, perché possiamo amarlo in Colui che non si può perdere”.

Una folta rappresentanza degli Alpini ha seguito il cerimoniale con tanto di tromba sulle note del Silenzio.

Il riferimento ai tanti dolorosi lutti che hanno contrassegnato in questo ultimo anno anche la comunità di Montebelluna è stato espresso dal prevosto don Antonio Genovese che ricorda: “Il luogo scelto per piantumare l’olivo non è causale: il duomo rappresenta simbolicamente il luogo di congiunzione delle anime di coloro che hanno perso la vita a causa del Coronavirus. L’importanza delle fede, che si esprime anche attraverso i suoi luoghi e le sue funzioni, si è rivelata con tutta la sua forza soprattutto col il primo lockdown quando luoghi di culto e cerimonie sono state sospese, impedendo, in molti casi, di dare un ultimo saluto ai propri cari”.

Di tono simile anche le parole pronunciate da Elzo Severin: “Siamo di fronte ad una delle pandemie più gravi mai registrate e non c’è ormai persona che non abbia avuto un proprio caro ammalato o, purtroppo, scomparso a causa di questa malattia. Questa cerimonia avviene ad un giorno dal ritorno del Veneto in zona arancione. Segno che la guardia non abbassata e che la responsabilità personale di ciascuno, chiamato al rispetto delle regole, è l’arma più efficace per vincere questa battaglia. Questo albero e questa targa vogliono essere il segno della vicinanza delle parrocchie di Montebelluna e del Comune a chi è stato vittima del Covid-19, ma anche a chi, medici ed operatori sanitari in primis, non hanno mai smesso di sostenere e assistere i contagiati”.

Domani, inoltre, domenica 7 marzo, alle 9.30, presso il Duomo di Montebelluna, il prevosto don Antonio Genevose celebrerà una Messa commemorativa in ricordo delle vittime del Covid 19.

 

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it©  riproduzione riservata).
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