Finisce alla sbarra con l’accusa di maltrattamento di animali.
Ma quando il processo inizia, il reato è ormai prescritto. Così per l’accusa della quale doveva rispondere un 60enne di Crocetta del Montello, il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere.
Un nulla di fatto che ha costretto comunque il tribunale a istruire un processo che, sulla carta, era già finito. Il motivo? Dalla denuncia all’invio di un decreto penale di condanna all’imputato sono passati ben sei anni, gli stessi previsti per la prescrizione del reato.
I fatti contestati, infatti, risalgono al 2013, quando l’uomo era finito nei guai per una denuncia, poi archiviata, dell’ex compagna. La donna lo accusava di stalking e aveva detto ai carabinieri che l’uomo aveva delle armi in casa.
Per questo i militari si erano presentati a casa sua per un’ispezione. E se sul fronte delle armi non avevano riscontrato irregolarità, i carabinieri avevano invece due gabbie con all’interno alcuni esemplari di merli e tordi e che, secondo quanto gli contestava l’accusa, erano tenuti in condizioni precarie.
Le gabbie sarebbero infatti state posizionate una sopra l’altra, senza un fondo a dividerle, tanto che le deiezioni dei volatili di quella posta sopra, finivano addosso a quelli che si trovavano in quella inferiore.
I militari avevano deciso di far intervenire i colleghi del Corpo Forestale che avevano denunciato il 60enne.
L’uomo, difeso dall’avvocato Gianluca Molin, si era sempre difeso: “Quella gabbia era provvisoria, stavo per sistemarli in una voliera adeguata”. Ma la denuncia era partita insieme all’iter giudiziario.
Ma solo nel 2019, a sei anni dal fatto, le indagini erano state chiuse e l’uomo era stato raggiunto da un decreto penale di condanna. Al quale si era opposto. Il reato di maltrattamenti, infatti, si prescrive in 6 anni quindi il provvedimento era fuori termini. E il processo di ieri lo ha sancito.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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