Nelle prossime ore si affronterà il tema del nuovo Dpcm e il presidente della Regione Veneto ha sottolineato il nuovo cambio di passo: è stato infatti annunciato che le Regioni si confronteranno direttamente con il governo, cercando di evitare che le autorità regionali vengano a conoscenza “all’ultimo momento” di decisioni che impattano fortemente sui cittadini.
Domani mattina, alle ore 9, è previsto un incontro dei governatori con il ministro Mariastella Gelmini con la possibile analisi di una bozza di testo e delle varie proposte.
La posizione del Veneto è chiara: realtà scientifica di riferimento a livello nazionale oltre ad uno speaker che parli per tutti e che difenda le tesi del Comitato Tecnico Scientifico nazionale.
Zaia ha chiesto con forza che si evitino i dibattiti tra scienziati perché disorientano totalmente i cittadini, rischiando di alimentare “leggende metropolitane”, paure e ansie tra la popolazione.
“Questo non vuol dire che non ci deve essere libertà di espressione e di pensiero – ha affermato il presidente della Regione Veneto – perché la scienza è scoperta e sperimentazione. Però è pur vero che, davanti a posizioni estreme, noi non possiamo accettare che i cittadini non abbiano un’informazione che sia quanto meno validata e che sia condivisa dalla maggioranza della comunità scientifica”.
Il Veneto ha anche chiesto che le nuove possibili restrizioni siano validate dalla comunità scientifica nazionale, che ha un quadro più ampio rispetto alla Prevenzione regionale, con l’intesa del ministro della salute Roberto Speranza.
Il tema dei ristori resta centrale e Zaia ha ribadito che ogni restrizione deve essere accompagnata da un provvedimento economico.
Il governatore si è soffermato anche sulla perequazione delle misure portando l’esempio del ristorante che per alcuni non rappresenta un pericolo a mezzogiorno mentre lo diventa la sera.
“Se è vero che si possono adottare alcune misure di aggregazione rispetto alla comunità – ha aggiunto Zaia -, è altrettanto vero che devi spiegare perché la palestra resta chiusa. Per ogni attività la comunità scientifica si deve esprimere in maniera puntuale perchè abbiamo la chiesa aperta e altre attività chiuse e viceversa. La logica è difficile da capire come cittadini. Non può esserci la logica del legittimo aggiustamento ma ci deve essere la logica del legittimo principio scientifico”.
Per Zaia la diagnostica rapida, considerando il numero dei tamponi che si fanno in Veneto, dovrebbe essere a libero accesso per i cittadini per una maggiore attività di screening.
Il presidente della Regione Veneto non ha nascosto la sua preoccupazione per il basso numero di vaccini a disposizione per l’Italia, chiedendo al presidente Mario Draghi che si spenda in prima persona per questa questione.
“Con oggi si è concluso il corso dei medici di Medicina Generale – ha spiegato Zaia -, dei medici laureati abilitati che hanno fatto il corso per diventare medici di Medicina Generale. Si tratta di professionisti, che saranno i nostri medici di base, ai quali faccio un in bocca al lupo per un futuro di gratificazioni visto e considerato che questa formazione è avvenuta in pieno Covid”.
Questi i dati di oggi, mercoledì 24 febbraio 2021, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 3.992.847 tamponi molecolari, 3.105.919 tamponi rapidi, quasi 40 mila tamponi nelle ultime 24 ore, 895 positivi intercettati nelle ultime 24 ore, 328.973 positivi intercettati in Veneto dall’inizio dell’emergenza sanitaria, 22.332 positivi in questo momento, 1.379 ricoverati di cui 132 terapie intensive (7 in meno di ieri) e 1.247 ricoverati in area non critica (8 in meno di a ieri), 9.763 morti in totale (21 morti in più di ieri) e 15.775 dimessi (50 dimessi nelle ultime 24 ore).
La percentuale dei positivi al Covid sui tamponi effettuati è del 2,24%.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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