“Facciamo luce sul teatro”, il Binotto di Montebelluna illuminato per solidarietà con gli operatori dello spettacolo

Nel palcoscenico quattro sedie vuote e le luci accese su di esse, la musica che si diffonde, ma niente pubblico. Anche Montebelluna accoglie l’invito di Unita, l’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo ad aderire all’iniziativa “Facciamo luce sul teatro” per riportare l’attenzione sui palcoscenici di tutta Italia, da un anno dal primo dpcm che ha imposto la chiusura dei teatri come misura di contrasto al Coronavirus.

Un’iniziativa in programma per lunedì 22 febbraio quando anche il Teatro Binotto, come tanti altri teatri italiani, dalle 18 alle 21 terrà le luci aperte e i cittadini, nel rispetto delle norme anti-Covid-19, potranno entrare e lasciare un messaggio di sostegno a chi opera nel mondo dello spettacolo.

Un grido di allarme affinché questi luoghi tornino simbolicamente ad essere ciò che da 2500 anni sono sempre stati: piazze aperte sulla città, motori intellettuali della vita di una comunità.

“A un anno da quando le nostre vite sono cambiate – commenta l’assessore alla Cultura, Debora Varaschin (nella foto) – e per la cultura è stato imposto un drastico freno per cui tutte le attività connesse sono state obbligate a ridisegnare le modalità di fruizione da parte del pubblico per non morire definitivamente, nullo o poco è cambiato”.

La cultura, insieme al turismo, – prosegue – pilastri della nostra economia, sono stati e sono tuttora tra i più colpiti dalla pandemia, con tutte le attività a loro connesse, così come i lavoratori che da un anno spesso non hanno mai più potuto svolgere con ripercussioni per tutto l’indotto“.

“Oggi come amministrazione – prosegue l’assessore – abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa per mettere in risalto quanto sia importante, soprattutto in un momento come questo, la cultura, di quanto la stessa sia stata colpita e di quanto poco si sia fatto per capire come e quando poter ridare ossigeno al settore. Paradosso è che altre realtà commerciali sono regolarmente aperte e frequentemente causa di problemi di assembramento”.

“Per il teatro, dove nel rispetto di distanziamento e prenotazione, sanificazione e quanto altro necessario, difficilmente si presenterebbero problemi di questo genere, ma ad oggi l’orizzonte sembra ancora nero. – conclude – Questo obbliga ad una riflessione su quanto poco conosciuto sia il mondo della cultura e dei suoi fruitori. La cultura, nello specifico oggi il teatro, sono da sempre alimento per la mente e per l’anima: riapriamo in sicurezza per alimentare mente, anima e dare linfa ai lavoratori del settore”.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it)
(Foto: Debora Varaschin).
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