I fiumi sono un po’ come le persone: ogni corso d’acqua ha un “carattere” e un proprio modo di reagire agli stimoli esterni, in questo caso alle precipitazioni. La chiave sta nell’imparare a conoscerli, anticipandone le reazioni e monitorando i punti più a rischio.
Lo spiega bene l’assessore all’Ambiente del Comune di Pieve di Soligo, nonché geologo, Giuseppe Negri per cui il Soligo e il Lierza sono due fiumi “un po’ nervosi” che reagiscono subito alle sollecitazioni sorprendendo con piene improvvise e talvolta violente.
In effetti, gli allagamenti di domenica scorsa che hanno reso necessario l’intervento della Protezione Civile, sono la prova del temperamento dei due corsi d’acqua determinato da alcune loro caratteristiche specifiche.
Parlano da sole le immagini del guado del Lierza tra il Comune di Pieve di Soligo e Susegana e della passarella sul Soligo in centro dove l’acqua sembrava sul punto di tracimare da un momento all’altro.
“L’episodio di piena in questione si giustifica per il fatto che i due corsi d’acqua sono a regime torrentizio – spiega Negri – La loro risposta alle precipitazioni, anche modeste, è immediata e si traduce in un aumento di portata significativo in tempi brevi. Questo si riallaccia tristemente alla tragedia del Molinetto della Croda avvenuta in seguito ad un temporale localizzato ma intenso che ha provocato una forte piena a monte rispetto a dove è accaduto il fatto”.
Quali dunque i punti da tenere monitorati? “I punti critici corrispondono ai restringimenti dell’alveo dove l’acqua raggiunge alti livelli di velocità con il conseguente rischio di fenomeni erosivi importanti. Nel caso di Pieve di Soligo il Lierza va monitorato nelle zone abitate a sud di Barbisano, con particolare attenzione ai guadi, ma anche la zona a sud del centro di Pieve va monitorata nel caso del Soligo. È un bene, dunque, che la Protezione Civile, che ringrazio per la solerzia con cui è intervenuta nei giorni scorsi, anche in caso di precipitazioni non particolarmente intense rimanga in allerta”.
Ad incidere sulla risposta alle precipitazioni dei due corsi d’acqua è anche il livello di permeabilità dell’alveo. “Il Soligo scorre per buona parte del suo alveo su terreni ghiaiosi permeabili che permettono all’acqua di filtrare nel sottosuolo che funge così da naturale bacino di laminazione. Il tempo di deflusso rallenta, e anche l’onda di piena arriva con meno violenza”.
“Il Lierza al contrario scorre su terreni impermeabili, inoltre nel suo attraversamento della zona collinare da Rolle a Sant’Anna (dove sfocia nel Soligo) lungo suo il corso vanno a crearsi dei colli di bottiglia che contribuiscono all’aumento della velocità del flusso” conclude.
(Fonte foto: Qdpnews.it).
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