Anche il gruppo consiliare “Vivo San Fior” ha espresso la sua soddisfazione per l’inizio dei lavori che riguardano la realizzazione delle casse di espansione che ridurranno il rischio allagamenti per i Comuni di San Fior e Codogné (qui l’articolo).
Per i consiglieri d’opposizione in consiglio comunale a San Fior, questo intervento è il risultato di anni di richieste, collaborazioni e progettazioni, partite dalla pesante alluvione del 12 novembre 2012.
“Fin da subito il Genio Civile, il Consorzio di Bonifica Piave, attraverso il direttore generale e il presidente, la Regione e il Comune di Codogné si sono dimostrati attenti, disponibili e collaborativi – spiegano dal gruppo consiliare ‘Vivo San Fior’ – Il primo intervento urgente per la salvaguardia del centro di San Fior è stato realizzato a Colle Umberto in località San Sebastiano, uno scolmatore che ha ridotto il flusso delle acque su Borgo Campardi e via De Gasperi, riflettendosi poi sul Codolo”.
Questo primo intervento non è stato sufficiente per tutelare tutta la zona a Sud della Pontebbana: per questo si è steso il piano delle acque, che prevedeva la pulizia e il ripristino dei fossati, del Codolo oltre alla realizzazione di almeno tre casse di espansione (due sono quelle in fase di realizzazione).
“Già nel 2018 è stata inoltrata una domanda di contributo di circa 1 milione di euro allo Stato centrale, che il governo aveva ammesso ma non finanziato, prediligendo altre aree del territorio nazionale – continuano – Sempre nel 2018, durante Vaia, anche il nostro Comune ha subito dei danni e per questo come amministrazione avevamo richiesto i danni e lo stato di calamità naturale, che ci fu riconosciuto, insieme ai primi contributi per la sistemazione di via Serravalle e via Rividella”.
Secondo l’opposizione, il finanziamento da parte del commissario all’emergenza per realizzare questi interventi deriva proprio dall’inserimento del Comune di San Fior all’interno dei territori colpiti da Vaia: senza questo presupposto, infatti, non sarebbe stato possibile iniziare questi lavori.
“Nel consiglio comunale del 30 settembre 2020 – prosegue il gruppo ‘Vivo San Fior” – abbiamo sottolineato la necessità di approvare il prima possibile il piano delle acque, per garantire il mantenimento dei fossati da parte dei privati e tutta la normativa ad esso collegata, di realizzare tutte le casse previste dal piano stesso oltre alla necessità di ripulire i fossi secondari, il Codolo e il rio Vallont, per garantire un miglior deflusso e una maggior capienza degli stessi”.
Inoltre, è stato chiesto di effettuare costantemente la pulizia delle caditoie ed è stata evidenziata l’assenza agli atti del progetto con il quale veniva approvata la variante.
“Abbiamo espresso la nostra perplessità sull’abbattimento di due chiuse nel Palù – conclude la minoranza -, che venivano utilizzate per l’irrigazione dei campi, in quanto negli anni hanno portato alla creazione di bacini di espansione naturale inondando i campi e proteggendo l’abitato di Codogné. Infine, abbiamo chiesto anche che prima del loro abbattimento si facciano ulteriori verifiche”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di San Fior).
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