Dall’inizio di questo 2024 sono stati 94 i “codici rosa” registrati nei Pronto soccorso dell’Ulss2: un protocollo che dal 2017 che identifica l’accoglienza in ospedale per le donne e i minori che sono state vittima di violenza. L’anno prima, nel 2023, sono state 622. Gli episodi di violenze sessuali (quelle appurate e nei soli casi in cui le vittime hanno avuto il coraggio di parlarne) sono stati 6 nel 2022, 15 nel 2023 e già 4 in questi pochi mesi:
Numeri elevati che ben descrivono quanto si tratti di un fenomeno diffuso e, purtroppo, ancora di una tendenza profondamente radicata nel sottosuolo più oscuro della nostra civiltà. Per questo motivo l’Ulss2 si è dotato di una “Sala Rosa” anche al Pronto soccorso di Montebelluna, la terza sul territorio di competenza, affinché le vittime possano trovarvi riparo e conforto, anche trascorrendovi la notte.
La stanza, dotata di alcuni divanetti colorati, di un angolo per i bambini e di un ammobilio capace di decontestuarla rispetto all’ambiente ospedaliero, è stata inaugurata questa mattina, nel giorno della donna, dal direttore generale Francesco Benazzi, dal sindaco di Montebelluna Adalberto Bordin, dalla dottoressa Catia Morellato. Spiccava sulle pareti della stanza, affollata per la cerimonia, il simbolo di un papavero rosso.
Il taglio del nastro ha coinvolto anche alcuni degli enti, delle aziende e dei cittadini che hanno creduto nel progetto e hanno raccolto fondi per finanziarla: in particolare il Comune di Montebelluna, la Commissione Pari Opportunità di Castelfranco Veneto, Claudia Vedelago, Garbujo Rappresentanze, Francesca Brotto, Lucrezia Pivato e Alexia Luz del Lions Club Vedelago Palladium, Loredana e Antonia parrucchiere, Monica Borsato, Gallo pubblicità, gli studenti e gli insegnanti del Liceo Giorgione, Serena Barban dell’agriturismo Dal Moro e Ballan Garden Center.
Erano presenti anche le forze dell’ordine Guardia di Finanza e Carabinieri, che lavorano in stretto collegamento con il Suem durante gli interventi legati a “codici rosa”.
“Grazie ai privati che si sono messi in gioco. Credo che avere un ambiente come questo sia importante specialmente per i bambini. Ringrazio anche il personale medico, perché il vostro non è un lavoro, è una missione che vi coinvolge ogni giorno a tutte le ore, anche dal punto di vista emotivo. Dimostra quanto il paziente abbia bisogno prima di tutto di umanità” ha commentato il sindaco Bordin, aprendo poi il tema delle aggressioni in ospedale, del sanitario come mestiere “rischioso”, specie considerando la violenza contro il personale femminile. Di questo ha parlato anche il consigliere provinciale Claudio Sartor, che si è complimentato a nome della Provincia di Treviso.
“Inaugurare anche in ospedale a Montebelluna un ambiente di prima accoglienza delle vittime di violenza è il segno tangibile dell’efficace rete di collaborazione tra Istituzioni e comunità, realizzata per contrastare insieme la violenza di genere – Ringrazio la dr.ssa Morellato per l’impegno profuso e tutti coloro che hanno supportato l’iniziativa”.
Contestualmente a quest’evento, gli operatori e le operatrici dei Pronto Soccorso che si occupano del contrasto ai fenomeni di violenza hanno voluto dedicare un pensiero speciale alle donne consegnando mimose alle presenti, senza dimenticare le donne vittime di violenza che hanno omaggiato con un pensiero sulla sedia rossa “Posto occupato” collocata nei pressi delle unità operativa.
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