Quale sarà il futuro del Padiglione Degenze del Guicciardini, recuperato in tempi record per dare un supporto alle altre strutture sanitarie del Veneto durante l’emergenza Covid?
Nella visita di ieri, sabato 30 gennaio 2021, il direttore generale dell’Ulss2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, si è impegnato pubblicamente a mantenere vivo l’ex nosocomio di Valdobbiadene.
“Dobbiamo confrontarci con la Regione Veneto, con la quale abbiamo un’interlocuzione su questo tema. – ha affermato il direttore generale Benazzi – È chiaro che gli Istituti San Gregorio o noi come Ulss2 questo punto lo teniamo, anche come punto distrettuale con la possibilità di mettere dei servizi all’interno”.
“Per ogni decisione dobbiamo confrontarci anche con il territorio, – conclude Benazzi – quindi con la Conferenza dei sindaci, per capire cosa servirà per mantenere aperta questa struttura”.
Intanto, nel Padiglione Degenze del Guicciardini continuano ad essere ospitati i pazienti Covid in fase di guarigione e in molti si chiedono per quanto tempo queste persone rimarranno a Valdobbiadene.
In questi mesi sono stati ricoverati circa 130 pazienti e al momento i malati ancora presenti sono meno di 20.
L’idea è quella di trasformare l’ospedale in una struttura riabilitativa ma l’iter è ancora lungo e serve un confronto a 360 gradi con la Regione Veneto e con l’intero territorio.
“Di solito prendiamo i malati quando sono stabilizzati, – ha spiegato Nadia Cavalli, coordinatrice infermieristica – ancora positivi. La degenza varia: abbiamo avuto degenze molto lunghe mentre alcune persone sono rimaste qui 3-4 giorni, anche se la media è di 8-10 giorni. In questo reparto ci sono stati alcuni decessi: degli anziani e anche persone relativamente giovani (50-60 anni), ma abbiamo avuto anche la soddisfazione di due centenari che sono tornati a casa”.
“Gli infermieri hanno un contratto di collaborazione coordinata e continuativa con l’azienda sanitaria, gli operatori socio sanitari sono di una cooperativa (vengono dalla Sicilia e dalla Sardegna) e abbiamo medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziale). – conclude – Abbiamo nove infermieri, tre oss la mattina e lo stesso numero il pomeriggio, un medico Usca (8-20) e poi, a seconda del bisogno, ce ne può essere un altro la mattina o il pomeriggio. C’è anche la nostra responsabile, la dottoressa Paola Paiusco, un libero professionista, un ex primario che viene due volte a settimana, e poi arriverà un’oncologa sempre per due volte a settimana”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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