È stato inaugurato questa mattina, giovedì 15 febbraio, il nuovo stabilimento da 5700 mq della Novation Tech in via Giorgione a Musano di Trevignano, dove già da qualche giorno sono operative 140 persone: un tempo lo stesso stabile era diviso in due capannoni e ospitava un mobilificio destinato al settore sanitario. L’operazione di restauro da tre milioni e mezzo, che ha aggiunto un impianto fotovoltaico da 500 kilowatt sul tetto, ha consentito alla Novation Tech, visto il trend in continuo aumento dal 2017 a oggi, di aprire un nuovo polo produttivo in zona senza occupare ulteriore suolo pubblico.
L’azienda, con 1400 dipendenti (550 dei quali in Italia) si occupa della produzione di componenti in carbonio da destinare al settore dell’automotive (90% del fatturato), dello sport system, dell’occhialeria e dell’aeronautica: la sede principale si trova a Montebelluna. Nel proprio portafoglio clienti può vantare alcuni dei più celebri brand automobilistici, che si affidano alla Novation Tech – per esempio – per sfruttare i vantaggi del carbonio in termini di leggerezza e robustezza.
Un esempio di questi preziosi prodotti, l’alettone posteriore di una Lamborghini Huracán, lo tenevano in braccio questa mattina, Luca Businaro, amministratore delegato della società, e Claus Henrik Stenbaek, chairman del gruppo, oltre a Alberto Gatto, responsabile del reparto di Ricerca e Sviluppo, soddisfatti nel tagliare il nastro di uno stabilimento particolarmente luminoso, come il settore effettivamente richiede.
In cinque anni la loro azienda ha registrato una crescita notevole, dai 26 milioni del 2017 ai cento del 2023, dai 170 dipendenti ai 1400 attuali. Una quintuplicazione che ha richiesto investimenti colossali anno dopo anno, reinvestendo – secondo quanto citato durante gli interventi – anche gli utili. In più c’è stata una recente acquisizione: l’85% della Citre Color, condotta dalla famiglia Vettorel. Attualmente, tutti gli stabilimenti sono già stati definiti dall’ad come “saturi”, ragion per cui la Novation Tech sta già guardando avanti, con l’idea di implementare ulteriormente la verniciatura.
“Il carbonio si lavora soprattutto a mano, poco con le macchine – ha iniziato a dire Businaro, – È comunque un tessuto e ci vuole una cura maniacale per manipolarlo, anche perché ogni scarto ha un costo elevatissimo. E non è facile perché i macchinari si comprano, ma sono le persone a fare la differenza: non esistono lavoratori specializzati sul carbonio. In genere chi viene a lavorare qui, all’inizio non lo conosce. Ogni collaboratore per questo ha tre mesi di formazione e poi l’apprendimento continua fino ad arrivare all’eccellenza”.
“Nel 2017 quest’azienda era già una pioniera dei materiali e un’importante creatrice di posti di lavoro. Oggi, dopo cinque anni, segna un punto culminante verso l’eccellenza” ha aggiunto Stenbaek. L’idea sembra essere quella di riassumere nel gruppo una supply chain del carbonio, operazione che – almeno per il prodotto principale – sembra già essere stata portata a termine. Ma l’entusiasmo di Businaro sembra inarrestabile: “Quando ci poniamo un obiettivo, non siamo qui per partecipare, ma per vincere” afferma.
La tecnologia sembra avere un ruolo principale in questo processo, ma mai in sostituzione delle persone: “La tecnologia consente ai nostri lavoratori di concentrarsi sulla qualità, lasciando la manodopera all’automazione” ha spiegato l’ad di Novation Tech S.p.A. in effetti è stata la prima al mondo a introdurre una particolare stampante 3D di grandi dimensioni (attualmente ne esistono poche copie) capace di una prototipazione talmente rapida da ridurre i tempi di campionatura da settimane a ore.
Il sindaco di Trevignano, Franco Bonesso, affiancato dall’amministrazione di Montebelluna con il sindaco Adalberto Bordin e parte della giunta, ha commentato: “Spero che questo sia uno dei primi investimenti in quest’area. Sono orgoglioso che esista una realtà come questa e do a nome della comunità un augurio sentito”. L’assessore regionale Elena Donazzan si è complimentata dicendo: “Apprezzo la visione di Businaro nel saper far squadra. Spesso le acquisizioni sono “volgari”, persino aggressive. Qui invece vedo un progetto e non posso che applaudire alla grande capacità di visione di questa realtà”.
Hanno portato il proprio saluto anche il presidente di Confindustria Veneto Est, Leopoldo Destro e Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. “Un’azienda che investe tanti fondi quanti ne sono stati investiti inizialmente. Non importa se un’impresa è grande o piccola: questa è vera imprenditoria”.
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