Laureato in fisica all’Università di Padova, il giovane valdobbiadenese Alessandro Collatuzzo ha deciso di continuare il suo percorso accademico al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, dove sta studiando per diventare ingegnere nucleare.
Tra i vari argomenti che sta trattando in terra svedese, c’è anche quello dei reattori modulari (gli SMR – Small Modular Reactor).
Ma cosa sono esattamente questi SMR (mini reattori nucleari)? Si tratta di reattori a fissione nucleare di piccola taglia che potrebbero essere sempre più popolari in futuro per la produzione di energia elettrica e/o termica. Sono modulari e modulabili, cioè sono composti da piccole unità di dimensioni di un container e permettono di soddisfare il bisogno energetico locale installando una o più unità.
L’argomento è tornato in auge in seguito alla firma di una nota in merito al futuro dell’energia nucleare nella quale i Paesi firmatari si impegnano a supportare tramite la ricerca e l’innovazione questa tecnologia. Il documento è stato siglato da 13 Paesi UE: Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. Inoltre, Belgio, Paesi Bassi e Italia hanno invece firmato come Paesi osservatori.
Alessandro Collatuzzo, quali sono i vantaggi dell’utilizzo dei mini reattori nucleari?
“I Reattori Modulari di piccola dimensione (SMR – Small Modular Reactor) presentano numerosi vantaggi rispetto ai convenzionali reattori nucleari sotto diversi punti di vista: sicurezza, costi e tempi di produzione. La costruzione di reattori di piccola taglia comporta ovviamente una minore potenza, ma allo stesso tempo maggiori livelli di sicurezza, sia attivi che passivi, e una minore probabilità di incidenti, in quanto, per farla breve, minore è la dimensione del reattore e più facile è implementare opportuni sistemi di sicurezza. Un altro vantaggio dei reattori modulari di piccola taglia sono i tempi e i costi di costruzione: infatti, fino ad ora i reattori convenzionali vengono costruiti in sito e ognuno di essi richiede tempi di costruzione che possono prolungarsi per diversi anni oltre le previsioni a causa della continua necessità di controlli e licenze. Gli SMR prevedono invece la produzione in scala e, successivamente, il trasferimento dal punto di costruzione al sito di interesse; questo abbatte notevolmente i costi e i tempi di produzione del reattore”.
Può realmente essere il futuro dell’energia (anche in Italia?)
“Al fine di affrontare e diminuire i nostri effetti sul cambiamento climatico, è necessario diminuire in primis le emissioni di gas serra e per fare ciò, dal punto di vista della produzione energetica, è necessario diminuire la quantità di energia prodotta dai combustibili fossili. L’energia nucleare è una fonte di energia estremamente efficiente, non intermittente e con una quantità di emissioni di gas serra per ciclo di vita comparabile con quella delle fonti rinnovabili quali eolico e solare. Per questo motivo è necessario che la produzione energetica si basi su un mix eterogeneo di fonti a basse emissioni, in cui il nucleare può avere un ruolo fondamentale come carico di base. Al fine di diminuire le emissioni in questo senso, è necessario che questo cambiamento avvenga il più velocemente possibile ed è qui che gli SMR entrano in gioco grazie alla riduzione dei tempi dall’ordine all’allacciamento alla rete elettrica. Per quanto riguarda il futuro di questi reattori (o in generale dell’energia nucleare) in Italia mi ritengo molto fiducioso, anche perché le competenze nel settore di certo non mancano; basta vedere che una delle più grandi start-up del settore (Newcleo) è di marchio italiano. Ora come ora la cosa più importante da fare è informare l’opinione pubblica sulle potenzialità dell’energia nucleare come soluzione per la decarbonizzazione del settore energetico. Sono contento di vedere che, sotto questo punto di vista, ci sono stati notevoli miglioramenti negli ultimi anni”.
(Foto: per gentile concessione di Alessandro Collatuzzo).
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