Grande partecipazione ed entusiasmo – in particolare dei bambini – per la festa di Sant’Antonio Abate recuperata oggi giovedì, dopo il maltempo del 17 gennaio scorso, dietro il municipio.
Un centinaio di persone e decine di animali da affezione e da cortile hanno affollato lo spazio tra la casa comunale e piazza Caduti nei Lager per ricevere la benedizione del parroco don Luigino Zago e condividere una tradizione che appare più attuale che mai.
“Grazie di essere intervenuti così numerosi e con così tanti amici, dai pennuti ai quadrupedi – ha esordito il sindaco Stefano Soldan -. Dovevano esserci anche altri animali importanti ma a causa dei rinvii non siamo riusciti a fare arrivare il cavallo e il maialino, ma magari il prossimo anno ci saranno anche loro. Grazie in primis al collegio Balbi Valier, al nostro asilo Maria Bambina per avere portato questa rappresentanza di ragazzi in questa occasione, la festa di Sant’Antonio Abate, un’antica tradizione che per volontà dell’assessore all’ambiente Giuseppe Negri si è voluta riportare in città. Un saluto particolare agli ospiti della nostra Casa per anziani e a tutti voi, nonché agli Artiglieri, agli Alpini, al nostro comandante della Stazione Carabinieri Andrea Bo e alla Polizia locale”.
“Saluto e ringrazio l’associazione “Mici Felici” che salva i gatti dal randagismo. Gli animali che abbiamo qui oggi sono molto fortunati perché hanno una casa e delle famiglie che vogliono loro bene, ma ci sono anche animali che non sono fortunati e dobbiamo ringraziare chi dedica il suo tempo e le sue energie per salvare cani, gatti e tutti gli altri animali. Grazie per avere partecipato a questa prima edizione, ci vediamo il prossimo anno” ha concluso Soldan prima di distribuire golose sorprese ai più piccoli.
Don Luigino Zago ha spiegato ai presenti che “Sant’Antonio Abate visse intorno al 200. Amava gli animali perché si era ritirato dalle cose del mondo in solitudine, nel deserto, e ha amato anche gli animali perché non aveva nessuno attorno, solo Dio, che pregava in ogni momento, e allo stesso tempo ha dato la sua attenzione nei confronti degli animali, ecco perché il 17 gennaio celebriamo la sua festa con il desiderio di ricordare il suo amore verso gli animali, che oggi vogliamo benedire, domestici e non domestici, perché tutti sono espressione dell’amore creatore di Dio. Oggi abbiamo anche i “leoncini”, ovvero una classe della scuola d’infanzia del collegio Balbi, dove ci sono anche i “gufetti” e i “pesciolini”. Invochiamo la benedizione del Signore su noi persone e sugli animali, che sono Sue creature come noi”.
“Noi lo siamo in modo specialissimo, loro in modo meno specialissimo ma sempre molto caro perché sono nostri fedeli accompagnatori nella vita di ogni giorno. Dio ha creato l’uomo e lo ha posto sulla terra, perché anche attraverso gli animali possiamo celebrare la gloria del Creatore” ha concluso don Luigino.
Soddisfatto per la buona riuscita della manifestazione l’assessore Negri, accompagnato dalla compagna e dai loro cani Lisa (alano fulvo) e Poldo, bracco italiano: “Direi che è andata bene al secondo tentativo, perché al primo siamo stati sfortunati con il tempo. C’è stata una buona partecipazione, forse anche più di quella che si poteva immaginare in un primo momento, l’anno prossimo cercheremo di aumentare il numero di specie presenti. Uno degli scopi di oggi era fare sì che anche i bambini potessero vedere e toccare con mano specie che purtroppo i loro coetanei non sono abituati a vedere”.
Visibile, infatti, è stata la gioia dei bambini presenti, letteralmente rapiti dai tanti animali presenti – cani di molte razze in primis, tra le quali si distingueva per dolcezza il labrador Asia – ma la curiosità è stata fortissima anche verso gli animali da cortile come il tacchino, i conigli e le galline bianche.
Tanti animali e di conseguenza tante storie, come quelle di Giulia, Greta (13 anni) e Celestina (a cui manca una zampa posteriore), tre galgo spagnole, e quindi appartenenti alla famiglia dei levrieri, “adottate” dall’associazione Galgo Libre con sede a Cuneo: “Ci occupiamo di recuperare i cani da caccia dalla Spagna – spiega uno dei suoi rappresentanti locali, Maurizio di Barbisano -. Oggi lì hanno chiuso la caccia, perciò moltissimi cani rischieranno di essere ammazzati o abbandonati. L’associazione li riscatta, li sterilizza, li porta in clinica se serve, e grazie a tante persone volonterose li adotta”.
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