“Aprire in sicurezza o morire”: non c’è alternativa che tenga per molte imprese trevigiane che venerdì 15 gennaio 2021 hanno aderito alla protesta #ioaprosoloinsicurezza.
Sono stati circa un centinaio i bar e i ristoranti della Provincia di Treviso che hanno partecipato al flashmob, che si è tenuto nella fascia oraria 20-22, ideato da Veneto Imprese Unite e promosso insieme al direttivo nazionale Tni (Tutela Nazionale Imprese).
I baristi e i ristoratori trevigiani che hanno deciso di aderire sono stati supportati anche da altri commercianti che hanno sostenuto l’idea per solidarietà verso i loro colleghi.
La protesta #ioaprosoloinsicurezza si differenziava dall’iniziativa #ioapro perché dentro i locali si trovavano solo i titolari con i loro dipendenti, in modo tale da non violare le attuali norme in vigore.
I partecipanti hanno voluto dimostrare che si può tornare a lavorare in sicurezza grazie agli investimenti fatti in questi mesi per contrastare la diffusione del virus oltre a tutte le precauzioni e misure per il contrasto al Covid.
Per Andrea Penzo Aiello, presidente di Veneto Imprese Unite, il vero successo è stato quello di constatare l’enorme senso di responsabilità degli associati e in generale dei ristoratori veneti che hanno partecipato all’iniziativa.
“La nostra azione è servita a convogliare l’urlo di sofferenza in una protesta legittima e costruttiva – ha sottolineato il presidente di Veneto Imprese Unite – Giovedì abbiamo esposto ai prefetti le iniziative che per noi il governo dovrebbe prendere per salvare le nostre aziende. Nel caso in cui le nostre proposte non venissero prese in considerazione, non neghiamo la possibilità di fare azioni più forti”.
“Ormai la gente è arrivata veramente a toccare il fondo ed è difficile rimanere lucidi in questo momento – conclude – Speriamo che queste ulteriori conferme portino le istituzioni ad avere rispetto per tutte le categorie sull’orlo del baratro e che ci concedano la possibilità di riaprire, garantendoci i giusti indennizzi”.
Molti ristoratori hanno ribadito con forza che un giorno in più in questa condizione potrebbe fare la differenza e un blocco prolungato della loro attività, al quale si è aggiunta la nuova regola del divieto dell’asporto per i bar dopo le ore 18, potrebbe essere fatale.
“È importante dare un messaggio anche ai nostri clienti perché devono capire che abbiamo bisogno di loro – ha spiegato Michele Pozzobon, vicepresidente Fipe Provincia di Treviso – Abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo: non possiamo andare avanti così e questo cambiamento continuo di indicazioni per i cittadini indebolisce qualsiasi stimolo di acquisto”.
Se il problema dei contagi da Covid-19 dovesse rimanere, per alcuni ristoratori sarebbe giusto stabilire una zona rossa per tutti, evitando trattamenti differenziati che inaspriscono gli animi, per riportare un po’ di equità.
Tra gli aderenti al flashmob c’è anche chi, come il titolare della “Cantinetta Venegazzù”, è rimasto insoddisfatto perché si aspettava un numero maggiore di partecipanti che avrebbe dato ancora più forza alla protesta.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it