5° Memorial Gioachino Michelutto: presentata la nuova edizione del Torneo calcistico per i giovani  

Il trofeo della 5° edizione

Sedici squadre, due campi da gioco e tanta grinta: è stata presentata ieri venerdì, nella sala espositiva del Comune di Follina, la 5° edizione del Torneo di Calcio in memoria di Gioachino Michelutto. Ospite d’onore, il mister Gianni De Biasi.

Organizzato dall’A.S.D. Follinese – società calcistica nata nel 1968 e che conta oltre 150 iscritti tra cui una ventina di giovani provenienti da famiglie meno abbienti che, grazie alla generosità dell’associazione e l’affetto verso le nuove generazioni, hanno la possibilità di partecipare ai campionati –  il Torneo di Calcio nasce con la volontà di unire i giovani del territorio, allontanandoli dalle cattive strade, e permettendo loro di crescere in un ambiente sano e costruttivo: valori che, lo storico e tanto amato presidente della Follinese, Gioachino Michelutto, ha sempre diffuso.

Presentata la nuova edizione del Torneo di Calcio – 5° Memorial Gioachino Michelutto

Gioachino Michelutto, il presidente vicino ai giovani

Nato a San Michele del Tagliamento nel 1946, Gioachino arriva a Follina nel 1981, passando prima per Conegliano. Sposa Loretta dalla quale nascono due figli: Cristiano e Stefano. A Follina apre un’azienda e viene accolto dai cittadini, soprattutto nell’ambito calcistico, diventando dirigente e subito dopo presidente. Ad oggi è il presidente più longevo della società. 

Negli anni ha dato particolare attenzione ai giovani, aiutandoli nella loro crescita e supportandoli nelle varie problematiche della vita. Nel 2000, anno del suo ritiro, continuava a seguire la Follinese. Nel 2016 gli viene diagnosticata la Sla: soffre e combatte per circa 10 mesi ma, a fine 2017, muore. 

L’A.S.D Follinese ha voluto ricordarlo, mettendo in luce i suoi insegnamenti e l’affetto verso le nuove generazioni: nasce così il “Torneo di Calcio – Memorial Gioachino Michelutto”. 

Torneo di Calcio – 5° Memorial Gioachino Michelutto

Si partirà sabato 18 maggio alle ore 19 nel campo sportivo “Mario Tomasi” di Follina con l’inaugurazione. Il Torneo durerà un mese, fino al 15 giugno, e si svolgerà su due campi: il “Mario Tomasi” di Follina e l’impianto comunale di Cison di Valmarino. A presiedere tutte le partite ci sarà anche il medico di base Giuseppe Micale. Alla fine di ogni partita ci sarà un piatto di pasta per tutti i giocatori, offerta dai volontari.

Gianni De Biasi e Andrea D’Agostin 

Le società partecipanti di quest’anno sono: Follinese, Mestre, Union Qdp, Union Pro, Eclisse Carenipievigina, Cavarzano, Dolomiti Bellunesi, Portomansuè, Giorgione, Montebelluna, Conegliano, Vittorio Falmec, Liapiave, Treviso, Cjarlins Muzane e Fontanafredda, quattordici delle quali sono già state protagoniste della scorsa edizione del torneo, mentre Union Qdp e Cjarlins Muzane parteciperanno per la prima volta. 

Il presidente dell’A.S.D. Follinese, Mimmo D’Agostin, ha voluto ringraziare tutte le società sportive partecipanti, il suo direttivo, i volontari, la famiglia Michelutto e gli sponsor per il loro supporto e aiuto: “Grazie a voi riusciamo ad ottenere risultati e portare avanti questa società, a fianco dei nostri giovani. Siamo riusciti a portare avanti progetti di ristrutturazione e finalmente abbiamo aperto un nuovo bar, per questo ringrazio di cuore i nostri sponsor che credono in noi”.

Il figlio di Gioachino Michelutto, Cristiano ha ringraziato la società per ricordare suo papà con un Torneo di Calcio, nel quale si sfidano squadre importanti: “Il miglior modo per onorarlo. Vogliamo sempre migliorarci quindi, per il prossimo anno, abbiamo già delle idee: il trofeo per me vale tantissimo ma per le società è uno dei tanti. Abbiamo in mente, quindi, di fare un trofeo itinerante: la squadra che lo vincerà, lo rimetterà in palio per i prossimi tre anni. Inoltre, il prossimo anno, inseriremo gli ottavi con già quattro squadre professioniste“. 

Presente alla conferenza anche il sindaco di Follina, Mario Collet il quale ha dato il benvenuto agli ospiti: “Mi complimento con la Follinese e il loro presidente Mimmo perché, anche quest’anno, abbiamo rimesso in pista questo Torneo al quale teniamo molto, non solo come parte sportiva ma anche come comunità intera. Gioachino Michelutto ha dato tanto, si è impegnato soprattutto in favore dei giovani e difenderò sempre la sua memoria. 

Quando Mimmo è venuto a dirmi: ‘Mario, avrei l’idea di mettere in piedi questo Torneo’, ho risposto immediatamente: ‘Io sono qua, ti do tutto il mio appoggio e mi metto a tua disposizione. Ti devi impegnare però in una cosa: quando si crea un Torneo alla memoria, deve avere una sua continuità per non lasciare il rammarico ai familiari di questo grande uomo’. Ringrazio tutti gli organizzatori, i partecipanti, le società, i volontari e gli sponsor: siamo partiti in sordina ma oggi facciamo invidia a tanti” ha concluso il primo cittadino.  

A nome di tutti gli sponsor, Carlo Bisol ha spiegato il motivo del loro supporto alla squadra: “Il sostegno alla follinese non è un onere ma un onore: finalmente riusciamo a concretizzare l’aiuto economico in qualcosa di tangibile, visibile tutti i giorni. Il calcio non è più un gioco ma qualcosa di più importante, unitario dal punto di vista sociale: queste società formano il futuro delle nostre generazioni, senza di loro non avremo una continuità del futuro. Cercheremo di dare sempre di più e facciamo i nostri complimenti a quei personaggi che, all’interno di queste società, riescono a dedicare tempo prezioso della loro vita per formare queste generazioni nel miglior modo possibile. Mi auguro che questo torneo abbia un futuro sempre più roseo”.

Gianni De Biasi e il futuro delle società calcistiche 

Il mister Gianni De Biasi, in un dialogo con il segretario dell’A.S.D. Follinese, Andrea D’Agostin, ha riposto ad alcuni quesiti: come siamo messi a livello internazionale? Stiamo perdendo passo verso l’est? I nostri arbitri sono diventati scarsi? Quale sarà il futuro delle piccole società calcistiche e come possono aiutare le nuove generazioni?

“Il calcio Italiano è cresciuto negli ultimi anni. È un campionato in cui ci sono squadre di altissimo valore, in primis l’Inter e la Juventus che ha stupito tutti nell’ultima stagione. A livello internazionale siamo messi bene – ha spiegato De Biasi -. Il calcio italiano è destinato a passare momenti difficili perché non c’è un immediato ricambio generazionale e ci sono pochi giocatori che riescono a giocare con continuità in serie A. Il nostro modo di interpretare il calcio, ci rende a fare qualcosa che gli altri non pensavano riuscissimo a fare. Il calcio, ricordiamoci, è imprevedibile.

L’anno scorso siamo arrivati in finale nelle tre competizioni più importanti a livello europeo: abbiamo fatto dei passi importanti, è un segnale importante. Siamo usciti, da queste competizioni, rinforzati nello spirito, nel morale, nella voglia di provare con tutte le nostre forze a vincere”.

I nostri arbitri sono diventati scarsi? C’è una mancanza di comunicazione e trasparenza? 

“Il nostro mondo arbitrale è tra i migliori in assoluto a livello mondiale – ha affermato De Biasi -. Direttori di gara bravi come i nostri, non li trovi in giro. Può sbagliare, è umano ma l’arbitro è spesso un alibi per coprire qualcos’altro. Tutti quelli che fanno questo lavoro, stanno cercando di fare del loro meglio: in situazioni massimali, devi decidere in pochissimo tempo. Non è facile e dobbiamo abituarci che l’errore fa parte dell’essere umano e della nostra vita”. 

Cosa possiamo fare per aiutare i giovani nella loro crescita? 

“Lasciarli giocare senza intervenire più di tanto – ha risposto De Biasi -. È una selezione naturale, quello più bravo emerge, quello meno bravo sta dietro. I ragazzi vanno seguiti, aiutati e capiti. Mi è sempre interessato che il ragazzo crescesse e seguisse la sua strada personale liberamente, assecondandolo e aiutandolo in sinergia con i genitori. Un giocatore è bravo di suo, l’allenatore deve solo riuscire a tirare fuori quello che è dentro di lui”.

Dopo la pandemia, è sempre più difficile portare avanti le società più piccole?

“È difficile ripartire soprattutto perché non ci danno una mano chi legifera nel mondo del dilettantismo. In molti oggi si chiedono ‘chi me lo fa fare’ – ha detto De Biasi -. La strada per andare avanti è sempre la solita: tirarsi su le maniche e fare quello che uno si sente di poter fare per la comunità e i ragazzi. Questo è l’unico carburante che dà sostanza al motore che sta girando, di fronte a delle leggi particolari”. 

Il ricordo a Gigi Riva

“Nel ’75 c’era un’amichevole con il Cagliari – ha raccontato De Biasi -. Uscendo dal campo, Gigi Riva mi ha preso sottobraccio e mi ha detto: ‘Mi raccomando, che il prossimo anno hai impegni difficili’. Una persona troppo grande per la sua epoca, non voleva apparire e parlare inutilmente”. 

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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