Angela Dalla Costa, “la postina” dell’antica Filanda. Donna di fiducia, a lei vennero affidati i contanti della “Piva”

A sinistra: Angela Dalla Costa

Erano migliaia le donne che lavorarono negli stabilimenti della Sigismondo Piva a Valdobbiadene.

Tra di loro c’era Angelina Dalla Costa, fidatissima “postina“, che rimase in azienda fin oltre gli ottant’anni.

Donna minuta nell’aspetto cui fecero da contrappunto un carattere roccioso, una personalità poco propensa al traccheggio e un atteggiamento autoritario.

La fabbrica era la sua vita e il luogo al quale si sentiva di appartenere.

La Ditta Sigismondo Piva, sala confezione, 1928 – FAST – Foto: Archivio Storico Trevigiano della Provincia di Treviso

Per tutti era “la postina”, in realtà la qualifica di fattorina sminuiva la sua posizione, e il suo effettivo ruolo, che la collocava piuttosto tra le persone più fidate all’interno dell’azienda.

Era lei infatti a trasportare, materialmente, il contante che serviva per erogare gli stipendi; a lei veniva affidato il denaro che doveva essere trasferito alla sede centrale di via Fatebenefratelli a Milano.

Sempre vestita di nero o di grigio, sempre con gli zoccoli di legni ai piedi: chi poteva sospettare che una donnina tanto dimessa, quasi invisibile, in realtà fungesse da portavalori?

“Non voleva alcuna borsa. Metteva tutto nelle tasche del grembiule e dell’ampia gonna o in un giornale piegato in quattro. Era la precisione in persona”.

Solo negli ultimi anni della sua vita sarebbe stata scortata nei suoi trasferimenti.

Persona di poche parole, non tollerava che le si ripetesse ciò che doveva fare.

Al caporeparto Olivo Miotto, che le aveva consegnato una busta da recapitare ai Carabinieri di Valdobbiadene e che, per vedere se avesse compreso bene, a causa della sua età avanzata, ebbe a chiederle a chi l’avesse portata, Angelina rispose, in tono arcigno e carico di sarcasmo: “In canonica!”.

Era stata senza dubbio un’autentica istituzione dentro la “Piva”.

Al momento del pensionamento, i vertici aziendali le conferirono la medaglia d’oro, riconoscendole straordinaria abnegazione e profonda dedizione al lavoro.

(Foto: Terra e Genio, Fast – Foto Archivio Storico Trevigiano della Provincia di Treviso).
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