Parte dai 1.334 metri sul livello del mare di Posa Puner la protesta dei ristoratori e delle attività ricettive contro il nuovo decreto del Governo sull’apertura flash di oggi e domani, venerdì 7 gennaio (vedi articolo)
“Non apriamo per richiudere dopo 2 giorni – afferma la famiglia di Ernesto Pellarin, gestore del Rifugio Posa Puner -, se qualcuno al Governo non sa cosa significa mantenere un’attività non è colpa nostra. Appena sarà possibile aprire in modo serio e continuativo saremo pronti ad accogliervi di nuovo in sicurezza, come abbiamo fatto nei mesi precedenti”.
Una dura critica che nasce dalla situazione già difficile di tutti i ristoratori, maggiori vittime di Dpcm e decreto Natale; situazione ancora più complicata per i gestori del Rifugio viste le costanti nevicate delle ultime settimane, con il manto bianco ormai superiore al metro.
Già il 31 dicembre scorso la famiglia Pellarin aveva invitato i tanti amanti della neve dell’ultimo momento a “non cercare di salire in montagna, siamo già sopra il metro di neve, noi siamo chiusi fino al 7 gennaio, la strada gestita in emergenza, spesso presa sottogamba da tanti che provano a salire senza dotazioni invernali o senza la capacità di usarle”.
E ancora: “Queste condizioni mettono in pericolo chi prova a salire e chi dovrà gestire la situazione in secondo luogo. La montagna non scappa, noi saremo qui ad aspettarvi a braccia aperte anche dopo e la neve non mancherà! Testa in spalle, ragazzi!”.
È probabile che il Rifugio Posa Puner non sarà l’unica realtà al servizio dei “desideri culinari” dei trevigiani, e non solo, che non riaprirà, in quanto il nuovo decreto prevede la sospensione delle attività di ristorazione già sabato 9 e domenica 10 gennaio.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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