Negli ultimi trent’anni nei versanti esposti a sud delle nostre montagne la temperatura media è cresciuta di quasi due gradi, che ecologicamente significa tantissimo, troppo per non rispondere con cambiamenti significativi nella distribuzione di quelle che, giustamente, indichiamo come “l’oro verde” delle nostre vette, ovvero le “erbe di montagna”.
Botanici ed ecologi trentini e padovani hanno lavorato su un set di dati raccolti dal 1990 al 2019, un campione di poco più di un milione di piante appartenenti a 1.500 specie comprendenti specie native comuni, native rare e specie aliene (specie non originarie alpine) evidenziando come che il cambiamento climatico, il cambiamento e l’intensificazione dell’uso del suolo, e l’introduzione di specie aliene abbiano modificato significativamente gli ecosistemi montani.
Le specie native rare, ovvero quelle che sono a rischio di estinzione, sono risultate particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Queste specie non sono state in grado di seguire il riscaldamento delle temperature alle quote più elevate delle montagne, dove vivono. Di conseguenza, le loro popolazioni si sono ridotte e continuano a ridursi, fino addirittura a scomparire.
Le piante native comuni, ovvero quelle che non sono a rischio di estinzione, si sono dimostrate più resilienti ai cambiamenti climatici. Tuttavia, anche queste specie stanno subendo cambiamenti nella loro distribuzione. In particolare, stanno spostando il loro areale verso l’alto, in cerca di condizioni climatiche più adatte.
Le specie aliene, ovvero quelle che non sono originarie delle Alpi, sono invece in grado di espandere il loro areale verso l’alto. Questo perché sono spesso adattate a condizioni climatiche più calde e sono in grado di competere meglio con le specie indigene.
La combinazione di questi fattori sta portando a un cambiamento significativo nella composizione delle comunità vegetali montane. Le specie native rare sono in declino, mentre le specie aliene stanno diventando sempre più comuni. Il risultato è che stiamo perdendo molte specie indigene; perdita, purtroppo, irreversibile.
Sfortunatamente un altro utile tassello per capire gli effetti della crisi climatica sulla perdita di biodiversità.
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