Fino a ieri abbiamo voltato pagina, ogni giorno, di un volume consolidato, sotto l’egida di un anno ormai consolidato. Da oggi tutto quello che riguardava il 2023 è alle nostre spalle, si cambia completamente libro: è l’inedito del tempo arrivato a noi per una convenzione ordinata e stabile che ci fa dire “2024” con il sorriso e la speranza, ma con un qualche senso di vertigine, anche di apprensione, per la nostra impossibilità di prevedere il futuro. Intanto si prende atto di un dono inestimabile, che è quello del tempo nuovo a disposizione delle nostre vite, sul quale imprimere pensieri, parole e opere mai compiuti prima, nella loro irriducibile originalità che fa rima con il nostro nome.
E ci facciamo reciprocamente gli auguri in questa giornata speciale di Capodanno, declinazione moderna di antichi auspici che vogliono catturare una sorte buona e un destino favorevole per le nostre esistenze, in tutti i prossimi dodici mesi. E’ una sorta di rito propiziatorio che puntualmente mettiamo in pratica in tutta la fase iniziale del nuovo anno, per incoraggiarci a vicenda nel nostro cammino terreno, per allontanare il peso delle fatiche legate all’avanzare inarrestabile delle stagioni della vita, per riaffermare la nostra convinzione di poter cambiare e migliorare noi stessi e tutta la realtà circostante.
Non c’è dubbio: l’uomo è sempre stato attratto dal fascino del tempo e del suo trascorrere, dentro lo studio del passato, con la curiosità per ciò che potrà avvenire proiettando lo sguardo verso il futuro. E’ l’aspetto cronologico del tempo, quello che gli antichi greci chiamavano Chronos, espressione del suo essere lineare e sequenziale, del susseguirsi degli istanti in una sorta di catena cronologica, appunto, che trova nel calendario il suo punto di riferimento ineludibile. In questa dimensione possiamo ritrovare, guardando al domani, tutto quello che potrà inevitabilmente accadere perché legato a fatti e situazioni che sono indipendenti dalla nostra volontà, sia vicino a noi sia in uno scenario più lontano e complesso rispetto alla nostre esistenze individuali. Il tempo cronologico prosegue inarrestabile, scandisce i ritmi e gli avvenimenti, determina le date e gli orari del nostro essere al mondo, definisce il contesto inevitabile entro il quale si inserisce il fluire delle vite dei singoli soggetti e dell’intera comunità.
Come detto, tutto questo avviene indipendentemente dalle nostre possibili volontà: è categoria fondamentale che detta il sistema del nostro vivere ordinato, che inquadra l’agenda dei desideri, dei sogni e delle cose concrete che appartengono a ciascuno di noi. Ma in questo primo giorno del nuovo anno 2024 esiste un’altra configurazione del tempo che ci fa vivere con maggiore convinzione e coraggio l’opportunità che abbiamo tutti davanti: Kairòs, infatti, sempre nel greco antico significa il “tempo nel mezzo”, il momento opportuno, l’occasione propizia perché qualcosa di speciale possa accadere. Corre veloce Kairòs, e una volta che è passato diventa inafferrabile.
Qui non si tratta di adeguarci alle leggi temporali cronologiche nel segno della ripetizione e della conta del succedersi degli eventi. Qui si indica il momento del cambiamento, della transazione, del rinnovamento; l’istante unico e irripetibile che ci offre l’opportunità di partecipare a una nuova creazione. Nella dimensione di Kairòs, il tempo si ferma e la realtà si immobilizza sfuggendo alla circolarità lineare di Chronos, e si diventa consapevoli di una grande possibilità di innovazione. E’ un tempo favorevole, è il momento dell’incanto, dello stupore, di quella sorprendente consapevolezza che profuma di illuminazione: è l’istante dell’intuizione, che permette a ciascuno di ricorrere alle sue infinite potenzialità, ancora inespresse. Potremo così permetterci di dare inizio alla metamorfosi del nostro divenire, arricchendo la quotidianità della nostra esistenza con le specifiche qualità del nostro essere. Nella vita concreta delle persone c’è sempre il bisogno di comprendere quando e come poter dar vita a una discontinuità rispetto alle cose ordinarie, già viste, già sperimentate, alla ricerca di una novità, di una trasformazione, di una felicità più grande.
Ecco, il nuovo anno che si apre può rappresentare davvero l’occasione formidabile per il cambiamento atteso, sperato, auspicato, dentro di noi e fuori di noi. Questo destino indecifrabile, l’ansia e il timore che si possono avvertire dinanzi alle incognite del 2024, possono volgersi davvero nella straordinaria opportunità di nuova libertà, di viva umanità, di autentica solidarietà, di magnifica bellezza.
Tocca a ciascuno di noi cogliere il Kairòs, questo tempo favorevole, perché ci sia un’assunzione precisa di responsabilità e si generi così l’effettivo punto d’inizio di una storia diversa e migliore, mentre comincia veramente un Anno Nuovo, come tutti oggi ci auguriamo, dal profondo del cuore.
(Fonte foto: Qdpnews.it)
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