Il Comune di Pieve di Soligo resisterà al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto per mantenere le distanze minime tra colture intensive e aree residenziali introdotte quasi un anno fa.
Lo scorso 27 ottobre, infatti, lo studio “Barel, Malvestito e associati” ha presentato quattro distinti ricorsi al Tar a nome delle sezioni trevigiane di Confagricoltura, Confederazioni italiana agricoltori e Coldiretti, delle società agricole Bernardi e Spagnol e di tre privati, contro la variante 12 al Piano degli interventi approvata in consiglio comunale il 20 giugno 2017.
Stando alle nuove norme, tutte le nuove coltivazioni intensive e i reimpianti delle esistenti che prevedano trattamenti con sostanze ammendanti e prodotti di sintesi potranno sorgere solo in zona agricola e dovranno essere ad almeno 50 metri di distanza da ogni eventuale confine con una zona residenziale, con eccezioni e riduzioni delle distanze per quanto riguarda le coltivazioni biologiche e l’utilizzo delle siepi come barriere naturali.
Il provvedimento è diretto in particolare a regolare la presenza dei vigneti, che negli ultimi anni, complice il boom del Prosecco, si sono diffusi un po’ ovunque nel territorio, spesso causando lamentele reciproche tra coltivatori e residenti.
Secondo le associazioni agricole, tuttavia, in questo modo “ampie fasce del territorio agricolo risulterebbero illegittimamente sottratte alla normale attività, per di più in un’area fortemente vocata, per effetto di una sommaria determinazione pianificatoria, incidente anche sulla continuità delle attività esistenti”. In breve, verrebbero tolte indebitamente porzioni di terreno che invece potrebbero essere messe a coltura.
Da qui la decisione di ricorrere, anche se il Comune pievigino intende difendere la legittimità delle proprie decisioni, il primo nell’Alta Marca ad adottare un regolamento di questo tipo.
“Siamo convinti della bontà delle nostre scelte e anche altri Comuni vicini al nostro stanno intraprendendo la stessa strada”, ribadisce a tal proposito il sindaco Stefano Soldan (nella foto), che ha affidato al responsabile dell’ufficio avvocatura Rossella Tramet il compito di seguire il procedimento al Tar.
(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
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