La normativa europea 2000/60/CE, Direttiva quadro Acque, ha introdotto importanti obiettivi sotto il profilo della conservazione degli ecosistemi acquatici e dell’utilizzo idrico sostenibile.
Ha disposto in particolare che in ciascun distretto idrografico venga approvato, a cura dell’autorità di distretto, un programma di misure che tenga conto delle analisi effettuate e degli obiettivi ambientali fissati dalla direttiva, con lo scopo di raggiungere e mantenere lo “stato buono” di tutte le acque entro il 2021.
Una delle misure fondamentali è l’applicazione del deflusso ecologico (de) in ogni corso d’acqua naturale: il volume d’acqua necessario a garantire la prosperità dell’ambiente acquatico e a fornire i servizi collegati all’utilizzo delle acque.
Il metodo per la formulazione del valore è stato definito nel dicembre 2017 dall’autorità di distretto Alpi Orientali ed illustrato nel documento dal titolo “Approccio metodologico per la determinazione dei deflussi ecologici nel territorio distrettuale”, meglio noto come “Direttiva deflusso ecologico”, e approvato dalla conferenza istituzionale permanente del 14 dicembre 2017.
Il documento ha il compito di adeguare, aggiornandoli, i metodi di determinazione del deflusso minimo vitale al fine di garantire il mantenimento, nei corsi d’acqua, del deflusso ecologico. Nel quadriennio 2018-2021, il metodo potrà essere ulteriormente affinato attraverso la cosiddetta “fase di verifica e sperimentazione”, anche allo scopo di tener conto di situazioni sito-specifiche non individuabili alla scala di area vasta.
Il Consorzio di bonifica Piave è titolare di tre grandi derivazioni dal fiume Piave, a finalità irrigue e idroelettriche. Tali derivazioni sono giunte a scadenza e sono in fase di rinnovo.
Nell’ambito dell’attività di predisposizione della documentazione per la domanda di rinnovo di concessione e in armonia con quanto prevede la Direttiva deflussi ecologici, il Consorzio di Bonifica Piave ha previsto una serie di attività che hanno lo scopo di monitorare le grandezze idrologiche, chimico-fisiche ed ecologiche dei tratti di corso d’acqua e dei territori interessati dalle derivazioni, in relazione a diversi scenari temporali, e fornire elementi scientifici di conoscenza utili alle successive fase decisorie.
Tali attività si dividono in due fasi, ciascuna delle quali riferita ad un particolare scenario temporale, quello invernale e quello estivo. Lo scenario invernale riguarda gli effetti prodotti dall’esercizio delle derivazioni annuali (Fener, Nervesa limitatamente ai canali Priula e Piavesella), ovvero nel periodo in cui i valori di portata derivati sono minimi.
Lo scenario estivo prende in considerazione quanto accade nei mesi estivi, quando tutte le derivazioni dal fiume sono attuate prevalentemente al fine di soddisfare il fabbisogno idrico per ragioni irrigue.
La sperimentazione nel periodo invernale, svolta a marzo di quest’anno, è giunta al termine e nei prossimi giorni il documento di restituzione dei dati sarà consultabile anche sul sito www.consorziopialab.it oggi, 29 maggio, sarà presentato alle istituzioni e ai sindaci del territorio e alla sera alla cittadinanza.
Il presidente del Consorzio Giuseppe Romano esprime soddisfazione: “La sperimentazione ha avuto sicuramente successo. Sono state raccolte numerose informazioni, alcune delle quali molto utili per la ricerca di un “nuovo equilibrio”, fondamentale obiettivo in vista dell’applicazione del deflusso ecologico. Il compito del Consorzio è quello di gestire le proprie opere di presa osservando i disciplinari e delle normative adottate dalla Regione e dall’autorità di distretto. Ora stiamo attendendo che la Regione, come previsto nella direttiva, adotti entro il 30 giugno 2018 i provvedimenti necessari a garantire l’attuazione progressiva, dal 1 luglio 2018 al 31 dicembre 2021, della disciplina sul deflusso ecologico. Tali provvedimenti individueranno anche i siti dove continuare le attività di verifica e sperimentazione, in funzione degli esiti dei programmi di monitoraggio già avviati o in fase di avvio, tra questi quello che il Consorzio ha provveduto ad attivare”.
Essa ha riguardato il complesso di fenomeni connessi con la presenza delle derivazioni nel loro assetto invernale e la loro contemporanea sospensione per un periodo di circa dieci giorni.
Quanto messo in atto tra il 18 ed il 26 marzo 2018 ha potuto mettere in evidenza il legame che esiste tra la rete derivata dal fiume Piave a Fener ed a Nervesa ed il complesso sistema di canali che viene alimentata con la rete superficiale che costituisce il recapito finale delle portate restituite. La portata del fiume Botteniga, che entra in Treviso lungo il lato nord della cinta muraria, è costituita infatti per il 70 % da acque del Piave derivate a Fener e Nervesa.
Il Sile a sua volta, convoglia un percentuale inferiore (compresa tra il 20 ed il 30%), di acque provenienti dal Piave. La falda nel periodo dell’asciutta, di circa 50 cm superiore rispetto a quella del 2017, è risultata determinante per assicurare minime portate nel centro di Treviso e fare in modo che l’asciutta non sia stata percepita dai cittadini.
Nonostante ciò la qualità delle acque sia del Sile che del Botteniga hanno misurato un decadimento soprattutto per inquinanti derivanti da reflui urbani, registrando in alcuni casi un netto aumento della concentrazione degli stessi.
Il confronto con le Asciutte 1998, analogo esperimento di chiusura contemporanea di tutte le derivazioni, ha consentito di verificare risultati in stretta analogia. Gli effetti di allora furono molto più pronunciati in quanto la falda era nettamente più depressa e gli apporti meteorici precedenti quasi nulli: quest’anno le precipitazioni sono state in realtà rilevanti proprio poco prima dell’asciutta ed hanno ridotto la percezione della scarsità d’acqua.
La relazione secolare tra acque di superficie provenienti da bacini diversi, insieme con lo stretto rapporto intercorrente tra apporti meteorici, deflussi superficiali e profondi e livello della falda costituiscono elementi di fondamentale importanza per la corretta definizione dei deflussi ecologici di entrambi i corpi idrici e per l’ecologia di un territorio molto vasto interessato dalle reti derivate.
(Fonte e foto: Consorzio di bonifica Piave).
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