Vittorio Veneto, la “guerra” dei ristoratori dell’Ascom: “Agriturismi agevolati dalla normativa regionale”

Agriturismi equiparati ai ristoranti, con i pasti da asporto, ma con agevolazioni particolari che favoriscono una concorrenza sleale. È questo il senso di una protesta dell’Associazione Commercianti di Vittorio Veneto con la direttrice Antonella Secchi: “Uno smacco clamoroso, un attacco frontale in un momento economicamente drammatico”.

Non usa mezzi termini, la direttrice per commentare la decisione della giunta regionale che giovedì scorso ha approvato un disegno di legge che integra e modifica la normativa regionale sugli agriturismi, avvantaggiandoli in maniera clamorosa a discapito delle attività di ristorazione.

È stata prevista una semplificazione amministrativa per gli agriturismi che intendono svolgere anche le attività di turismo rurale – spiega Secchi – dando agli agriturismi anche la possibilità di effettuare pasti pronti per l’asporto o la consegna a domicilio. Appare chiaro che queste disposizioni rappresentano un ulteriore passo verso la sostanziale equiparazione degli agriturismo alle attività di ristorazione e ospitalità, con una differenza sostanziale però: un inquadramento fiscale e normativo ben più favorevole per gli imprenditori agricoli rispetto a quelli del turismo, che si trovano dunque a competere ad armi impari”.

Già in estate, prima delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, si era avuto il sentore che questa sarebbe stata la strada che poi la Regione ha seguito. “Ma si confidava in un ravvedimento, dopo le sollecitazioni della categoria dei pubblici esercizi – incalza Secchi -. E invece no, e per di più in un periodo così delicato per il settore della ristorazione, con imprese in grandissima difficoltà a rischio chiusura, la giunta regionale ha avallato un disegno di legge che di fatto “legalizza” una situazione di concorrenza sleale tra imprese”.

I ristoratori insomma chiedono equità di trattamento: “O ci sono rigidi paletti a queste attività di agriturismo, oppure equipariamole totalmente alle nostre imprese, non solo nei diritti ma anche nei doveri: autorizzazioni, obblighi, controlli, imposte locali e nazionali dei ristoranti”.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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