Per tanti anni, quella del suv è stata la carrozzeria di tendenza per il segmento premium del mercato automobilistico: tutti i brand, anche quelli più iconici e di nicchia (recentemente persino Lotus), hanno provveduto a inserire almeno un “modello alto” nella propria gamma.
In molti casi, i suv hanno sostituito quelle che un tempo venivano chiamate ammiraglie, caratterizzate da una tradizionale linea a tre volumi. Bmw è uno di quei brand che ha continuato a valorizzare i suoi modelli ormai diventati iconici, in particolare la serie 3, la serie 5 e, per “i veri James Bond”, la serie 7, tentando di innovarli generazione dopo generazione.
I trevigiani che ieri sera, giovedì 9 novembre, alla sede Autotorino di Villorba, sono venuti ad assistere all’anteprima della nuova Serie 5, pur ricordando ancora l’iconico design del modello ’04 e, per i più sportivi, le emozioni adrenaliniche della M5 M60, hanno potuto vedere di persona il risultato di un’evoluzione che per la prima volta guarda totalmente all’elettrico: la vettura, con diverse motorizzazioni tra mild-hybrid e plug-in hybrid (ma sopravvive anche il diesel), rappresenta il passaggio generazionale di un modello iconico. Pare che questa transizione, poi, avvenga per la Serie 5 senza alcuna perdita “di carattere”: la “regina” M60 conta in elettrico una potenza di ben 601 cavalli, sfoggiando quella M che tanto piace agli appassionati del brand.
Un mondo dell’elettrico che continua a prendere piede, che rimane “non per tutti”, ma che – anche considerando la nascita di molteplici nuovi marchi in Asia e non solo, ha sempre più le caratteristiche per svilupparsi ulteriormente.
Prima di scoprire l’auto nel salone assieme a Deborah Compagnoni, ex campionessa del mondo di sci, Plinio Vanini, fondatore del Gruppo Autotorino, ha raccontato al pubblico una storia di imprenditoria (la sua) che ha ben spiegato come la realtà di un gruppo possa sopravvivere anche al gioco di altalene che caratterizza questo settore: “Fino a quanto ci si possa spingere con l’elettrico non abbiamo modo di saperlo ancora. Siamo in un mercato ancora veramente piccolo. Si parla del 5% del volume di vendita. È però destinato a crescere, anche perché l’elettrico offre davvero tanta tecnologia e innovazione. Non è ancora “per tutti” e qui in Italia non siamo ancora pronti, questo per trasparenza dobbiamo dirlo, ma sta diventando “per molti”.
“Per quanto riguarda l’esperienza del Gruppo Autotorino qui, invece, come sta andando?” chiediamo.
“Questi quattro anni sono stati un’esperienza straordinaria – ci risponde entusiasta l’imprenditore, osservando il salone gremito prima dell’evento. – Ci ha fatto crescere e imparare molto. Abbiamo provato a condividere il modello di business che ha fatto crescere l’azienda nel suo complesso e il bilancio che possiamo fare qui è estremamente positivo. E non intendo solo dal punto di vista economico. Alla fin fine, noi vendiamo sì dei prodotti meravigliosi, frutto di studi e tecnologia, ma quello che conta davvero è il piacere di incontrare i clienti e dare loro delle risposte sulla mobilità. Alla fin fine le auto sono le stesse; quelle che vendiamo qui, quelle che vendono da un’altra parte.
Abbiamo potuto dare tante opportunità ai giovani di questo territorio, anche e soprattutto grazie a dei percorsi di formazione strutturati che premiano chi lavora con professionalità. All’interno dell’azienda abbiamo una struttura apposita permanente per la formazione dedicata. È necessario specie per provare a capire il cliente. Il nostro mondo è totalmente cambiato e a volte il venditore era una sorta di “imbonitore”, oggi invece è una persona che deve capire ed essere trasparente. Il rapporto che bisogna creare con i clienti non finisce più con la consegna dell’auto”.
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