È stato un venerdì inusuale quello appena trascorso per la città di Conegliano: l’abituale frenesia che caratterizzava il mercato rionale, con le bancarelle dedicate all’abbigliamento, alle calzature, ai prodotti per la casa e alle piante, ha lasciato spazio solamente al rumore delle auto in transito.
Sembrava una giornata uguale a tante altre e soltanto piazza Calvi, con i banchi dei prodotti alimentari, ha conservato quello che era lo spirito dell’appuntamento del venerdì mattina.
Una Conegliano diversa per effetto dell’ordinanza del nuovo commissario prefettizio, in linea con il provvedimento regionale, che consentiva il mercato solamente nei Comuni dove vigeva un piano per l’appuntamento mercatale.
Uno spazio contingentato, quello di piazza Calvi, con un varco di entrata e uno di uscita e la Polizia locale impegnata a controllare che tutte le norme di sicurezza venissero applicate alla lettera.
Non è mancato chi era abituato a fare le proprie compere anche se, a una prima occhiata, i flussi di persone non erano paragonabili a quelli di un tempo.
Ma che impressione ha fatto questo mercato ridotto, in questa sua veste inedita?
“La salute prima di tutto”, “era meglio prima, con più persone, ora è desolante”: sono le affermazioni più spesso ripetute dagli avventori e che fotografano alla lettera l’approccio a uno spazio differente, e quindi a una Conegliano diversa, rispetto al venerdì tradizionale.
Se da un lato è elevata la consapevolezza di quanto sia essenziale preservare la salute collettiva tramite queste misure, dall’altra la gente non riesce ad abituarsi alla mancanza di frenesia di un appuntamento centrale della settimana, dove c’era l’abitudine di passeggiare per fare acquisti, cogliendo l’occasione per scambiare due chiacchiere davanti a un cappuccino al bar.
Norme, quindi, che vanno a modificare anche l’economia della città e dei venditori ambulanti: le perdite di fatturato per i commercianti dell’alimentare, infatti, stando a quanto riferito dagli stessi, registrano un calo superiore al 50 percento, toccando addirittura il picco dell’80 percento in alcuni casi.
Dati dovuti a un volume inferiore di persone in circolo nella città, dovuto alla paura causata da questa seconda ondata di Covid e anche dall’assenza degli altri prodotti in vendita nei banchi, che andavano ad attirare un maggior numero di clientela in generale.
Una situazione di fronte alla quale c’è molta rassegnazione, sia dalla parte dei clienti, costretti a rivedere le proprie abitudini, sia da quella degli esercenti, chiamati a tener duro in questa crisi economica.
Tuttavia, entrambe le categorie sono conscie che, in questo momento, “la salute viene prima di tutto”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it