Una Collina di Libri: Marco Paolini, Patrizia Laquidara e la plasticità della memoria che cambia assieme a noi

Marco Paolini e Patrizia Laquidara ieri sul palco di “Una Collina di Libri”

“Nel Bellunese ricordano ancora tutti, dopo tanti anni, il suo spettacolo sul Vajont – iniziamo a chiedere ieri sera, lunedì 30 ottobre, a Marco Paolini, celebre drammaturgo, regista e attore di origini venete -. Oggi a quest’evento si parlerà proprio di memoria: ha qualche consiglio per questo territorio che essendo Unesco dovrà mantenere anche il suo patrimonio storico?”.

Lui, granitico, ci risponde semplicemente: “No, nessun consiglio”. Poi ci osserva per qualche secondo e, comprendendo la nostra perplessità, continua: “Questo territorio è già in grado di saccheggiare la sua memoria, come il suo paesaggio, come il suo territorio da solo. Per cui non ascolterà. Dopo aver lavorato per tanto tempo su questo, credo che ormai abbiamo consumato gli stimoli e ora c’è bisogno di provocazioni, non di cullare la memoria. Questo è un mondo che, a parte per qualche rara soddisfazione, non sembra averne bisogno”.

La platea che lo attendeva, a Palazzo Piva, era gremitissima, così com’è stato per tutti gli eventi della rassegna “Una Collina di Libri”, format letterario pensato da Francesco Chiamulera e profondamente voluto dall’Associazione Colline Unesco. Seduta assieme a Paolini c’era anche la cantautrice Patrizia Laquidara, che ha parlato anche e soprattutto del suo romanzo “Ti ho vista ieri”, edito da Neri Pozza. Il mondo in cui si immerge questa storia, che mostra bene il contrasto tra tradizione e progresso, è costellato di piccoli racconti che quasi “cantano” aneddoti ricchi di colore.

Dalla Sicilia al Veneto, “Ti ho vista ieri” è un romanzo di formazione che non racchiude soltanto una raccolta di ricordi, ma che – come ha detto Paolini – “scioglie il nodo del fazzoletto nero alle donne di quel tempo, in quei paesi, ritraendo straordinari personaggi femminili”. “Quello descritto è un mondo povero e miserabile. Come se il libro di Patrizia ci ricordasse di quel fazzoletto nero che tutte le donne dovevano portare, al nord dietro alla testa e al sud legato sul davanti. Quante donne sono state sgridate dal prete perché non ben coperte in chiesa?”.

Secondo Laquidara, che non crede molto nella memoria condivisa quanto in quella intima, dei singoli, l’autentica Memoria sta soprattutto in queste cornici di verità. Partendo dalla lettura di qualche riga di “Le città invisibili” di Italo Calvino e finendo con una parte del libro cantata (tratta da un podcast da lei prodotto), la cantautrice ha asserito davanti al pubblico che “tutti nella vita affrontiamo continuamente delle rinascite. Ogni volta che incontriamo qualcuno o qualcosa ci trasforma intimamente. Quando ho incontrato la musica è stato sentendo un pescatore cantare, al mercato. Ed è stato per ripercorrere questi momenti che ho dovuto affrontare il tema della memoria, che a mio avviso non è mai una materia inerme, ma in continuo mutamento assieme a noi”.

La serata si è concentrata sulla forma della memoria, tra plasticità, fragilità e solidità, tema sul quale Paolini, in qualche modo, riesce anche a scherzare nelle sue performance teatrali. La ricorrenza che ha fatto da fil rouge all’evento era anche il recente sessantesimo anniversario del Disastro del Vajont.

“È una tematica molto importante soprattutto per il Veneto – ha detto la presidente dell’Associazione Colline Unesco Marina Montedoro, sul palco con Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene -. La memoria di eventi come il Vajont si deve moltissimo anche a professionisti come Marco Paolini, che in questi anni grazie alla sua opera ha consentito di non dimenticare quella che è stata una tragedia non solo per il Veneto ma per tutti. La sua opera sul 9 ottobre, per esempio, ha avuto luogo in oltre cento teatri in Italia ed Europa: inoltre, recentemente, gli atti del processo del Vajont sono stati iscritti nei registri dell’Unesco come Memorie del Mondo”.


Per quanto riguarda “Una Collina di Libri”, l’organizzazione si è detta soddisfattissima dell’edizione “zero” e ha annunciato che la rassegna verrà riproposta nel 2024, forse in un arco temporale più disteso e meno stagionale.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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