Mirco Lovadina ricorda perfettamente il suo primo approccio con il vino. “Fu nel ’43 ad Arcade, nell’azienda agricola dei nonni Stefano e Amalia che si presero cura di me e dei miei fratelli negli anni difficili della guerra – racconta il fondatore della Lovadina nella sede coneglianese dell’azienda, oggi in mano alla seconda generazione – La cosa che mi attrasse più di ogni altra fu proprio l’uva nel periodo della vendemmia. Ad appena sei anni potei assistere alla pigiatura dell’uva a piedi scalzi: lì per la prima volta assaporai il mosto. Lo apprezzai talmente tanto che chiesi a nonna Amalia di averlo al posto del latte per la colazione”.
Parlare delle origini di una passione viscerale costa a Mirco Lovadina uno sforzo emotivo non indifferente. Non si tratta infatti solo di vino, ma di ricordi d’infanzia, di vita e di volti di persone care che oggi non ci sono più.
Se Mirco Lovadina rappresenta la memoria storica dell’azienda, oggi tocca a suo figlio proiettarla verso il futuro, facendo tesoro di una tradizione che parte da lontano. “Il nostro legame con il territorio è forte – sottolinea Gianni Lovadina attuale presidente dell’azienda – Le radici risalgono all’inizio del ‘900 con i miei bisnonni e si consolidano prima con i nonni e poi ancora con mio padre Mirco e i suoi fratelli che sessant’anni fa avviarono un’attività di distribuzione di prodotti alimentari. La produzione vinicola è arrivata dopo. Possedevamo dei terreni all’interno dell’area di denominazione Docg, da cui la decisione di avviare una produzione limitata di Prosecco Superiore”.
Oggi l’azienda con sede a Conegliano è nota in Italia e all’estero per il marchio Costaruél che dal 2008, anno di nascita della linea sinonimo di pregio e ricercatezza, è diventato il fiore all’occhiello di Lovadina in omaggio alla tradizione spumantistica famigliare. Quest’anno la cantina coneglianese si è aggiudicata la medaglia d’oro del Berliner Wine Trophy, uno dei concorsi vinicoli più prestigiosi al mondo, per il suo Prosecco Superiore D.O.C.G. Millesimato Brut – Quasi Zero 2022 a marchio Costaruél.
“Il marchio tiene assieme il termine Costa, una località di Conegliano ma anche una parola usata per descrivere il profilo delle colline, e ‘ruél’ che ricorda la ruota, dunque qualcosa di tondeggiante: il nome è un riferimento ai dolci pendii di Conegliano e Valdobbiadene dove crescono i vigneti vocati alla produzione del Prosecco Superiore Docg”.
Un calice di Prosecco per riscoprire il piacere della lentezza
“Negli ultimi anni il Prosecco si è evoluto – spiega Gianni Lovadina – è diventato un prodotto di consumo di massa apprezzato per la sua bassa gradazione alcolica e versatilità. Può essere usato come aperitivo, durante il pasto fino al dolce”. Una peculiarità, secondo il produttore, che è un pregio ma che implica dei rischi.
“Queste caratteristiche hanno aperto il Prosecco al largo consumo, e nella massa il prodotto rischia di snaturarsi. Nel nostro piccolo cerchiamo di invertire la rotta consapevolizzando il cliente, proponendo un prodotto più vicino al concetto di slow food e dunque da assaporare lentamente.
La qualità non è il solo concetto a guidare la nuova generazione di Lovadina verso il futuro. “La sostenibilità è l’altro elemento sul quale lavoriamo su diversi fronti attraverso un uso sempre più consapevole dei trattamenti chimici, diminuendoli per quanto possibile, fino al packaging, privilegiando materiali naturali e riciclati. Non ultimo abbiamo iniziato un percorso con una ditta che si chiama BambooPro per la compensazione delle emissioni di CO2 derivate dalla produzione attraverso la piantumazione di canne di bambù per compensare gli effetti dell’inquinamento: un piccolo passo ma comunque un passo avanti nella direzione di un futuro più green“.
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