L’azienda agricola “Casa Bernardi” concorda con i coltivatori asolani: il 2020 un’annata eccezionale per l’olio

Asolo, nel 2017, è stata la prima città della provincia di Treviso ad essere inserita nell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, con sede a Monteriggioni (Siena), sodalizio che punta alla salvaguardia e valorizzazione dell’olio exatravergione d’oliva italiano.

Un risultato importante, preceduto dall’ottenimento della certificazione Asolo Dop olio extravergine della Pedemontana del Grappa, e raggiunto anche grazie all’impegnativo lavoro di mappatura di oltre 20 mila ulivi e il censimento di oltre 300 esemplari ultra secolari, iniziative completate dallo studio genetico dell’oliva, che ha portato alla certificazione della qualità Asolana.

Nella collina di San Martino, a poca distanza dalla Rocca di Asolo, si trova “Casa Bernardi”, azienda agricola a conduzione familiare di Bruno Bernardi, la cui vita professionale si svolge nell’ambito dell’A.Pro.La.V., l’associazione dei produttori latteriero caseari del Veneto.

Ai microfoni di Qdpnws.it, Bruno Bernardi racconta come si prospetta l’annata 2020, visto che le raccolta del 2019, purtroppo, è stata segnata da una serie di eventi negativi che hanno cancellato mesi di lavoro.

La scorsa primavera, invece, mentre l’Italia era in lockdown, gli ulivi hanno registrato delle performances molto positive soprattutto nel momento dell’allegagione, una delicata fase del ciclo vitale dell’olivo, che si registra nella prima metà di giugno, in cui avviene l’inizio della trasformazione dei fiori in frutti.

Bruno Bernardi solitamente si occupa di formaggi. Però quando viene a casa toglie la veste e mette quella dell’olivocoltore. Quante piante, quali cultivar e che produzione hai?

“Siamo proprio nella collina di San Martino ad Asolo. Le cultivar sono varie, abbiamo le varietà storiche Asolana e Grignan, che hanno oltre cento anni, sono piante importanti a cui tengono moltissimo perchè sono legate ai miei genitori. Poi abbiamo cultivar nuove come Frantoio, Leccino, Pendolino, Moraiolo, Casaliva. Varietà miste, che riescono a dare un olio molto particolare. L’uliveto ha una parte molto vecchia e una parte più giovane, ha 5-6 anni, quindi cerchiamo con le 1450 piante di creare un olio che dia grandi soddisfazioni sia a noi, che ai consumatori, che lo apprezzano moltissimo”.

Quest’anno le tue previsioni dicono che la raccolta va bene. Però ci sono state delle annate, tipo quella dell’anno scorso, veramente da cancellare. Come mai? E quest’anno cosa favorisce un buon raccolto?

“Questa è un’annata eccezionale, sia per quantità di olive che per qualità di olio. Possiamo solamente lamentare un poco per la resa, che è attorno al 10-11 per cento, mentre di solito è 3-4 punti sopra. Però, la quantità di olive riesce a compensare anche questo. Nel 2019, mia mamma, che ha 91 anni, non si ricorda mai in vita di non avere mai tirato fuori le scale per raccogliere le olive. L’anno scorso non le abbiamo neppure toccate. Avevamo dei problemi in primavera. Quest’anno invece la primavera è stata meravigliosa, l’alleagione è stata stupenda. Pensate che tutti i fiori che c’erano avranno avuto un’allegagione del 5 per cento, che è molto alta perchè di solito è al 2 per cento. Quindi, ogni pianta quest’anno ha dato il massimo della sua disponibilità e possibilità”.

Allora che olio esce dalle colline asolane, o comunque dal tuo uliveto? Che tipo di particolarità ha e per quale cucina è indicato?

“Dobbiamo dire che è un olio particolare, anche perchè siamo a nord del 45° parallelo. Quindi siamo al punto massimo per quanto riguarda la possibilità di produrre olio. Quello delle colline asolane, ma anche di tutto il Veneto, è un olio dal fruttato medio, si presenta molto bene, con dei profumi di mandorla, di erba fresca, di carciofo quest’anno, che di solito si trova negli oli merdionali, e invece lo troviamo anche qui da noi. Quindi, è molto profumato. E ha un’armonia tra il piccante e l’amaro finale, che ti lascia in bocca quel gusto particolare che ti fa voglia di assaggiarne ancora. Possiamo dire che siamo al 60 per cento della raccolta. Abbiamo iniziato verso la prima settimana di ottobre, anche perchè con così tante piante dobbiamo iniziare prima per poter terminare in tempo, visto che la raccolta la facciamo nel fine settimana, anche con la disponibilità di mio figlio. C’è da dire che in passato, mi ricordo, si iniziava la raccolta delle olive proprio il giorno di San Martino, o il giorno dopo. Quindi, quest’anno siamo un po’ in anticipo e andremo avanti per alcune settimane“.

 

(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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