Se n’è andata all’età di 93 anni Silvia Piol, vedova Collodel e nota anche come Silviana.
La signora era molto conosciuta, in particolare tra le comunità di San Pietro di Feletto e Refrontolo (da dove la sua famiglia era originaria), per il legame con l’attività “Alla Tripolitania”.
Il locale, situato in via Mire Basse, fu aperto nel 1911 da Luigi Ceschin, che gli diede quel nome in riferimento alla sua vicenda di reduce dalla guerra di Libia. Successivamente, negli anni Venti, venne acquistato dai genitori di Silvia Piol: lì era presente un negozio di alimentari e di tabacchi, con una pompa di benzina. Un’attività di paese come quelle di una volta, quindi, dove era possibile trovare tutto ciò che poteva servire per il quotidiano.
I coniugi Piol gestirono l’esercizio commerciale fino agli anni Cinquanta, per poi fare il passaggio di testimone con la figlia Silvia, la quale, nel frattempo, nel 1955 si era sposata con Giovanni Collodel (noto a tutti come “Aldo”), deceduto nel gennaio 2019 a 90 anni. Con lui Silvia viveva poco distante dal loro locale, a San Pietro di Feletto.
La coppia decise di ampliare l’attività, dedicandosi alla ristorazione: Giovanni Collodel era infatti noto per il suo spiedo, gustato addirittura da Albino Luciani, vescovo di Vittorio Veneto, poi patriarca di Venezia e infine papa Giovanni Paolo I.
Un’unione, quella di Silvia con Giovanni, che diede vita alle due figlie Marida e Loredana, quest’ultima ex sindaco di Refrontolo, nel mandato precedente all’attuale amministrazione.
Una storia lavorativa, quella della gestione della Tripolitania, durata fino al 1993, con la cessione delle licenze e l’arrivo della pensione, un periodo vissuto a pieno per godere della compagnia dei quattro nipoti: Eleonora, Giovanni, Matilde e Federica.
“La mamma frequentò le scuole commerciali e, nonostante la possibilità di un impiego altrove, ha fatto la scelta di continuare a lavorare a fianco dei suoi genitori – è la premessa fatta da Loredana Collodel -. Durante i 40 anni di lavoro alla Tripolitania, assieme al papà, diede lavoro a diverse signore con famiglia, che si avvicendavano tra la cucina e la sala durante i finesettimana, avendo così la possibilità di acquisire una certa autonomia”.
“Nostra madre era fiera delle sue donne, che l’aiutavano e con cui c’era un bel rapporto di fiducia, vista l’opportunità ricevuta – ha proseguito la Collodel -. Era una fila lunga di nomi che, anche durante il periodo della malattia, amavamo ricordare. Poi, nel 1993, cedette la licenza dell’attività, mantenendo la proprietà dei locali e avendo così l’opportunità di godersi appieno i quattro nipoti”.
“Aveva fatto la guerra e conosciuto i tempi di difficoltà: raccontava di aver fatto la spola tra Venezia, Milano e altre località per vendere dei prodotti ed essere così d’aiuto alla sua famiglia – ha aggiunto la figlia Loredana -. Gli anni difficili della guerra hanno fatto sì che lei avesse un carattere forte e fosse una persona determinata. Si è sempre data da fare per aiutare la sua famiglia e il marito, con il suo impegno per ampliare l’attività”.
“Attività che ricordava sempre, come i suoi clienti: le piaceva stare in compagnia – ha continuato -. Era conosciuta per il suo grande desiderio di fare, di lavorare e per essere sempre molto corretta“.
E la famiglia, proprio per ricordare la sua figura, le ha dedicato un messaggio leggibile sull’epigrafe: “Nel nostro animo sarà sempre vivo il tuo ricordo”.
Silvia (Silviana) Piol, vedova Collodel, lascia le figlie Marida e Loredana con Maurizio, gli adorati nipoti Eleonora, Giovanni, Matilde e Federica, uniti a tutti i parenti.
Il funerale sarà celebrato martedì 17 ottobre alle 15.30 nell’Antica Pieve di San Pietro di Feletto, dove alle 15.00 sarà recitato il rosario.
(Foto: Onoranze funebri Faldon).
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