Vittorio Veneto, sospeso il processo per l’omicidio di Paolo Vaj. Si attende un chiarimento dalla Corte costituzionale

In attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulle norme che vietano i riti alternativi ai reati che prevedono la pena dell’ergastolo, il gup Marco Biagetti ha sospeso il processo per l’omicidio di Paolo Vaj.

Ieri, con tutte le parti collegate in videoconferenza, si è tenuta una nuova udienza nel procedimento che vede imputate di omicidio volontario, aggravato e premeditato Patrizia Armellin e Angelica Cormaci, accusate di aver ucciso il 57enne, la notte del 18 luglio 2019.

Sulla questione gli avvocati della difesa Marina Manfredi e Stefania Giribaldi, hanno presentato un’eccezione di costituzionalità sulla quale il gup si era riservato la decisione. Si tratta di una questione già al vaglio della Corte Costituzionale, al quale è stata posta su sollecitazione di tre tribunali italiani per sospetto di legittimità.

La norma, introdotta dalla legge 33 del 2019, fortemente voluta dalla Lega, impedisce infatti agli imputati di reati che prevedano come pena l’ergastolo, la possibilità di accedere al rito alternativo dell’abbreviato, che garantisce lo sconto di un terzo della pena o la conversione dell’ergastolo in 30 anni di carcere.

I tribunali hanno rimesso la norma alla Corte rilevando la violazione di vari diritti costituzionali: dal principio di ragionevolezza e uguaglianza, al tradimento del giusto processo al diritto di difesa. Il collegio si riunirà il prossimo mercoledì 18 novembre.

Per questo il gup Biagetti, anche accogliendo la richiesta dell’avvocato Giribaldi, ha deciso di sospendere il processo e rinviare al 25 novembre. Ieri intanto, dopo che nella scorsa udienza il pubblico ministero Davide Romanelli aveva formalizzato la sua richiesta di rinvio a giudizio, confermata anche dall’avvocato Nicodemo Gentile che rappresenta Roberta Bencini la moglie separata ma non divorziata della vittima, c’è stata la conclusione delle difese.

L’avvocato Marina Manfredi, legale della 56enne Armellin ha chiesto l’abbreviato condizionato all’audizione dei consulenti di parte, il medico legale Ilan Brauner e lo psichiatra Sergio Monchieri. Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere i rilievi e dichiarare la norma anticostituzionale, per le imputate si aprirebbe la possibilità di ricorrere al rito alternativo.

L’avvocato Manfredi ha anche chiesto lo stralcio dell’accusa di estorsione, contestata a Patrizia Armellin perché avrebbe estorto denaro all’ex marito. “Quest’accusa non ha alcuna connessione con quella di omicidio contestata alla mia assistita – spiega l’avvocato –. La parte offesa, che peraltro non si è costituita parte civile, è diversa e si parla di fatti che sarebbero in accaduti in un periodo diverso”.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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