“Godiamoci ciò che abbiamo”: “La storia di Cesare” raccontata da Valentina Mastroianni al Teatro Accademia

“La storia di Cesare” raccontata da Valentina Mastroianni al Teatro Accademia

Un libro che narra il desiderio di vivere appieno ciò che la vita ci dà, ma anche il percorso di dolore che ha portato a questa consapevolezza.

Potrebbe essere così descritto il volume “La storia di Cesare. Scegliere a occhi chiusi la felicità”, scritto da Valentina Mastroianni e pubblicato da DeAgostini.

Pagine in cui una madre ha condiviso le sfide che la propria famiglia ha dovuto affrontare. Famiglia composta da mamma Valentina, papà Federico Zambon, il fratello maggiore Alessandro, la sorella Teresa e il piccolino di casa, Cesare.

A quest’ultimo venne diagnosticato un primo tumore a soli 18 mesi. Tutto partì dalla comparsa di una macchiolina color caffelatte, in apparenza una cosa da nulla ma che i controlli portarono a una diagnosi impegnativa: una neurofibromatosi, una patologia rara.

Da lì ebbe inizio un saliscendi di emozioni, tra continue visite ospedaliere e terapie. Nel frattempo, Cesare ha perso definitivamente la vista.

E proprio questo percorso di vita nel tempo è stato prima raccontato sui social da mamma Valentina e ora all’interno di questo volume. Il volume è stato presentato ieri sera al Teatro Accademia di Conegliano, con un dialogo coordinato da Lorenzo Tiengo.

Una serata di presentazione, quella di ieri, che è stata possibile grazie a Luciano Mazzer, imprenditore locale.

“Vediamo come delle difficoltà siano state trasformate in opportunità, dando speranza a molte famiglie che stanno vivendo gli stessi momenti”, il commento del sindaco Fabio Chies.

Il presidente del Rotary Club di Conegliano, Nicola Martino, ha ricordato il progetto della stanza dell’ascolto, iniziativa affiancata dalla storia di Cesare.

“Noi amiamo raccontare le storie vere, che possano essere di ispirazione e portare un messaggio di speranza – ha spiegato Annachiara Tassan, in rappresentanza di DeAgostini – Questa è la storia di come valga la pena lottare, anche nei momenti di sconforto. Non credevo che Valentina avrebbe accettato la proposta di scrivere questo libro. La storia di Cesare farà sentire meno sole le famiglie in difficoltà”.

La storia di Cesare

“Inizialmente ero completamente antisocial, per un periodo avevo addirittura disattivato WhatsApp – ha raccontato Mastroianni – Poi ho iniziato a usarli e quello che è successo è un esempio di quanto i social possano essere positivi, se usati nella maniera corretta. Guardo i messaggi di affetto che arrivano, un affetto che sicuramente ci fa tanto bene”.

“Sono fortunata, perché non mi manca nulla, ma so cosa c’è dietro e tutta la fatica fatta – ha proseguito – Ho voluto far vedere come reagiamo di fronte alle difficoltà. Io sono una donna, prima di tutto, una mamma, una moglie, una sorella, una zia: sono tante cose”.

Un racconto, il suo, che ha ripercorso anche i momenti più brutti.

“Il momento più difficile sicuramente è stato maggio di quest’anno, quando non sapevamo se Cesare ce l’avrebbe fatta: la ‘bestia’, così come la chiamo io, era in tutta la testa di Cesare – ha rivelato – È stata dura, è stato difficile. Abbiamo cercato di fare tutte le cose belle, per vivere l’oggi“.

E poi, lungo questo percorso di malattia, c’è stato l’arrivo di Joy, l’amico a quattro zampe di famiglia e tanti espedienti per superare i momenti più brutti, come il gioco improvvisato di “4 ospedali” (imitando il format “4 hotel” di Bruno Barbieri), per superare il dolore delle terapie somministrate.

“Posso dire che è stato un gioco di squadra: abbiamo trovato il modo per affrontare tutto con ironia. Non abbiamo mai detto ‘poverino’ a Cesare e ho capito che non dovevo tenerlo sotto una campana di vetro – ha continuato – Voglio dedicare un applauso a medici, infermieri e alla ricerca. Non sono stata una mamma facile, ma molto diffidente: ci ho messo un anno per fidarmi dei medici”.

Fondamentale, inoltre, l’incontro casuale con Bebe Vio a Roma. “Le ho raccontato la nostra storia e mi ha detto di concentrarci solo sui lati positivi – ha spiegato mamma Valentina – La forza o te la imponi o ti devi chiedere come cambiare la tua situazione“.

In sala è stato poi trasmesso un messaggio di Daniele Cassioli, campione paralimpico di sci nautico, cieco dalla nascita. Ma non sono mancati neppure i momenti di commozione, come di fronte al ricordo e alle foto della nonna di Valentina Mastroianni.

“Il libro per me è stato una sorta di autoterapia – ha confessato l’autrice del volume – Ho impiegato 7 mesi per realizzare che Cesare era cieco. Ho avuto diversi momenti brutti. Ci sono stati amici che hanno dato un sostegno e altri che si sono nascosti dietro al ‘non volevo disturbare’. Il Covid ha poi reso tutto più complesso. Posso dire che, in questi momenti, non si disturba mai, il modo per esserci lo si trova, la comunità deve farsi sentire e bisogna fare rete tra vicini”.

“Possiamo fare di più e la mia durezza arriva da un passato personale complesso”, ha aggiunto.

Significativo poi l’entrata in teatro del piccolo Cesare, a bordo della moto restaurata di nonno Cesare, il nonno di Valentina Mastroianni. Un piccolo “viaggio in moto” che il bimbo ha fatto, con la moto trascinata anche dallo zio.

Gioiamo per quello che abbiamo, godiamoci le cose che oggi abbiamo“, è stato il messaggio lanciato al pubblico da Valentina Mastroianni.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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