Anche il Pepper Cafè di Crespignaga si arrende, il bar “che non chiudeva mai” spegne le luci alle 18

Era il punto di riferimento dei giovani della zona nelle serate migliori, quelle che tra una chiacchiera e l’altra perduravano nella notte fino a quasi all’alba: il Pepper Cafè di Crespignaga di Maser era l’unico locale nel territorio comunale e in quelli limitrofi che non aveva orario di chiusura e che, limitando il consumo di alcolici fino alle due di notte, non negava a chi tornava dalla discoteca tramezzini, toast, pizzette e panini.

A gestirlo una coppia, Mario e Giuliana, che nel 2011 avevano deciso di aprire i battenti con una filosofia differente dai bar comuni, concentrandosi non senza sacrificio su una fascia oraria che in Italia non è molto servita, se non nelle grandi città.

Il limite delle 18, espresso dall’ultimo Dpcm, è arrivato anche per loro: anche se negli ultimi anni i due titolari avevano basato la propria attività sulla fascia notturna, con questo provvedimento hanno dovuto rivedere i loro orari e la clientela di riferimento, perdendo il 75 per cento dei proventi.

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Dopo due mesi e mezzo di chiusura totale, durante la riapertura estiva il Pepper ha dovuto fronteggiare da una parte le difficoltà dovute all’inevitabile comportamento dei giovani, non tutti ben abituati al rispetto delle regole di distanziamento, e dall’altra, ancora più guastanti, le accuse di chi, passando, segnalava momenti d’assembramento nelle panchine esterne.

Ogni sera fotografie pubblicate sui social e controlli da parte delle forze dell’ordine avevano aggiunto ai due titolare il ruolo di buttafuori, spezzando il clima spensierato delle compagnie di ragazzi.

Anche se sono molte le attività che hanno perso questa percentuale di ricavi nella categoria dei bar, se non oltre per quanto riguarda le discoteche, il Pepper si pone come un caso anomalo per via della sua caratteristica di restare aperto tutto il giorno e tutta la notte, con il conseguente sforzo e investimento dei titolari, che da questa settimana è stato ridimensionato, forse scongiurando il rischio di assembramento ma azzerando al contempo la presenza di questo servizio.

“Era davvero difficile controllarli, – racconta Mario, – li cacciavi e dopo poco tornavano sulle panchine comunali o nel bar di fronte alla strada, nonostante fosse chiuso. A sedici anni, con gli amici, queste cose non le capisci, ti sembra tutto uno scherzo”.

Il fatto che il locale giaccia in piazza, non lontano da alcuni condomini residenziali, aveva già creato delle polemiche ben prima del covid per via degli schiamazzi, problemi che al confronto a quelli di oggi sembrano delle quisquilie, vista la piazza deserta e buia già alle 18.05. La presenza di un locale aperto tutta la notte avrebbe avuto, secondo alcuni residenti, anche degli effetti positivi anche per Crespignaga stessa, come quello di tenere alla larga i ladri.

Oggi la speranza per questo locale, come per molti altri, compresi molti ristoranti della zona, è la domenica, giorno in cui gli incassi sono appena sufficienti a coprire i costi di gestione della settimana.

Non è stato estraneo per Mario e Giuliana il pensiero di rinunciare alla partita iva per qualche mese, in attesa di tempi migliori: a dissuaderli il fatto di mantenere viva la piazza di Crespignaga almeno fino alle 18, finché ciò sarà concesso, con la speranza che prima o poi si ritorni alla normalità.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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