Sono le 17 a San Polo di Piave e, più precisamente in località Caminada, i cittadini, operosi nei campi, negli uffici o nelle aziende, sentono rintoccare le campane di una piccola chiesetta vicina al cimitero, all’apparenza come le altre. Dopo i primi timidi rintocchi, però, la melodia non si limita a segnare l’ora, ma anzi arriva a comporre due strofe de “La leggenda del Piave”, un brano di E.A. Mario, (ovvero Ermete Giovanni Gaeta), considerate tra le canzoni più patriottiche e sentite del nostro paese.
“Questo ricordo giornaliero è dedicato a tutti i caduti, soprattutto a quelli che hanno combattuto per queste terre – spiega Vinicio Cesana, che nel racconto approfondisce le radici di quest’idea, tanto apprezzata dai visitatori dell’antica chiesetta. – Da trent’anni esiste un’associazione nata per la salvaguardia della chiesetta della Caminada e della sua ricorrenza più importante, ovvero Sant’Anna, il 26 luglio, ma anche per la Natività di Maria, festività festeggiata da secoli a San Polo”.
Cesana ci spiega come, proprio per questa dedizione, la chiesa sia stata sottoposta a vari, rispettosi, restauri all’inizio degli anni 2000, con la creazione del sagrato e il ripristino del campanile. In quest’occasione il campanile è stato dotato di un sistema automatico che consente di programmare diverse melodie, specialmente di origine mariana, grazie alle sei note delle rispettive sei campane. “Dopo aver sentito che a Redipuglia suonavano il silenzio alle 17, siamo riusciti ad acquistare altre tre campane da aggiungere a quelle esistenti, con una centralina che oggi riesce a memorizzare le sinfonie e a riprodurle”.
Le origini dell’area attorno alla chiesa
Per conoscere le origini della chiesa, bisogna riavvolgere il nastro della storia fino al quarto secolo a. C. Il sito è sempre stato strategico per via delle risorgive, adatto all’allevamento e all’agricoltura, ma il periodo che è stato maggiormente documentato è quello preromano e romano.
“Nelle vicinanze della Caminada sono stati fatti dei ritrovamenti eccezionali – spiega Cesana – nel 1905 per la prima volta su queste terre si adoperava un pesante aratro speciale che riusciva a rivoltare la zolla terra in profondità: in quell’occasione i mezzadri della tenuda Caminada, di proprietà dei signori Conti Papadopoli, trovarono uno strano oggetto.
Dobbiamo ringraziare il loro buonsenso se oggi abbiamo, ancora preservata, una olla in terracotta colma di 586 monete romane, dal periodo di Augusto fino al 256 a.C.: si trattava del Tesoretto della Caminada, oggi conservato al Museo Correr di Venezia. Probabilmente una famiglia, in un periodo pericoloso, lo sotterrò lì sotto per nasconderlo”.
L’apparizione e la Chiesa
La storia dell’edificio viene descritta da una tradizione orale, priva di documentazioni: la credenza popolare e religiosa attribuisce a un’apparizione della Madonna a una ragazza, nel 1212, la sua creazione. La chiesa attuale sorge effettivamente su una struttura preesistente, ma con un orientamento diverso. Sul termine Caminada le interpretazioni sono molteplici: nel XIII secolo, però, queste terre appartenevano alla famiglia Da Camino.
Un ulteriore approfondimento su questa chiesa sarà disponibile presto nella rubrica multimediale Luoghi del Sacro.
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