Giorgio Marchesi – attore di cinema, teatro e televisione (in milioni lo hanno visto nella settima edizione della fiction Rai “Un passo dal cielo”, girata in buona parte in Veneto) – ha presentato oggi “Three Kings”, un monologo di Stephen Beresford che parla del rapporto tra padri e figli, caratterizzato da momenti di riflessione e comicità.
Un debutto nazionale che vedrà come attore lo stesso Marchesi, Georgia Lepore alla regia e la produzione del Centro Teatrale Da Ponte, oggi “rimesso a nuovo”.
“Three Kings”, il monologo per porsi domande
Marchesi, nato a Bergamo nel 1974, si è sempre diviso fra teatro, produzioni televisive e cinematografiche. “Three Kings”, scritto per l’attore irlandese Andrew Scott, è stato rappresentato per la prima volta durante uno degli appuntamenti per Old Vic: In Camera, una serie di spettacoli dal vivo in streaming dall’omonimo Theatre di Londra nel 2020, in pieno periodo pandemico.
“Un monologo molto personale, una storia universale che parla del rapporto padre e figlio in cui ognuno può trovare dei momenti in cui riconoscersi – spiega Marchesi -. Racconta del rapporto che abbiamo con le persone e quanto questi rapporti possano condizionare la nostra vita. Il genitore è fondamentale per il nostro imprinting sia nella sua presenza che nella assenza. Non è in ordine cronologico e il numero “tre” tornerà molto durante la messa in scena.
Lo spettacolo è un invito per gli adulti a non fermarsi a insegnare in modo freddo, ma di esserci diventando un esempio virtuoso – continua -. L’obiettivo del monologo è fare in modo che il pubblico si faccia delle domande, che rifletta sull’importanza delle cose che facciamo e che possono influenzare gli altri.
Un debutto nazionale a Vittorio Veneto perché qui sento tanta energia ed entusiasmo: una bolla sana. L’Accademia Da Ponte è uno spazio che ha tutto ed è un piacere lavorare qui. Riconosco la bellezza della giovane età di fare molto, sempre con tanto entusiasmo. Al di là delle parole, quello che conta è l’esempio che uno dà e il lavoro sulla nuova generazione qui è evidente. Bisogna riportare i cittadini a teatro” conclude.
“Penso sia arrivato il momento di far sentire queste storie ai bambini e farli capire quanto l’essere umano sia la somma di tutti gli esseri umani che lo hanno educato – aggiunge il direttore del Centro teatrale Da Ponte, Edoardo Fainello -. In maniera delicata racconta delle ferite molto potenti facendoci riflettere molto. Se si lascia il lato emotivo da parte, non lo hai eliminato ma riceve delle ferite ancora più potenti. Il teatro aiuta a scavare in profondità e far uscire allo scoperto queste ferite. Vittorio Veneto sta iniziando a diventare un centro strategico, un nucleo di cultura con un pubblico popolare e diversificato che ti dà dei feedback emotivi, non tecnici e puntigliosi”.
Il debutto nazionale è in calendario al Teatro Da Ponte sabato 23 settembre alle ore 21 e il giorno dopo, domenica 24, alle ore 18. I biglietti sono acquistabili sul sito web del Teatro Da Ponte.
Nuovi spazi gratuiti aperti a tutti e progettualità per l’Istituto Dante
Con l’occasione, Fainello ha presentato i nuovi spazi e le progettualità per l’Istituto Dante, da quest’anno in gestione all’Accademia, in vista dell’appuntamento del 17 settembre con “Scuole aperte”.
“Con la Diocesi si è creato un bellissimo rapporto di fiducia e grazie a questa collaborazione oggi abbiamo uno spazio immenso che va rispettato soprattutto per la sua storia – spiega Fainello -. Quello che volevo fare era non trasformarlo in un contenitore misto per trattare solamente un vantaggio economico ma, sapendo che sarebbe potuto diventare un impegno economico per noi enorme, trasformarlo in uno spazio gratuito aperto a tutti.
L’Istituto Dante è un’istituzione di tutti e noi abbiamo i mezzi, l’organizzazione e la visione per farlo diventare uno spazio in cui chiunque può entrare per studiare, fare ricerche o lanciare nuove idee – continua -. Tra le varie sale che abbiamo, una l’abbiamo chiamata ‘La sala delle idee’, dove le persone possono inventare insieme. Un occhio di riguardo va dato ai ragazzi più giovani perché è essenziale creare degli spazi sicuri e organizzati dove possono trovare una propria identità interagendo anche con persone più grandi. Un posto per tutti, per persone di tutte le età che vogliono crescere.
Se una persona ha dovuto, per motivi familiari o lavorativi, abbandonare la scuola in quinta elementare, ma ha voglia, senza doversi iscrivere a un’Università per gli adulti, di studiare e confrontarsi può venire qui: uno spazio aperto e gratuito per tutti – conclude Fainello -. Faremo una caffetteria ‘bianca’, senza alcol, e con il tempo vogliamo far in modo che chiunque possa prenotarsi una serie di stanze, sempre gratuitamente, per creare qualunque cosa. Abbiamo attivato una call per artisti dove mettiamo a disposizione tutti i muri di questo spazio dove potranno esporre le loro opere gratuitamente. Organizzeremo poi delle mostre continue per dare la possibilità ai ragazzi più giovani di farsi conoscere. La parola d’ordine è: dare opportunità“.
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