“Corridoi di pace”, il campo estivo in Serbia di Caritas Tarvisina

Si è concluso a fine agosto il campo estivo in Serbia organizzato dalla Caritas di Treviso rivolto a ragazzi dai 18 ai 28 anni.

“Questo è il primo anno in cui, dopo la pandemia, riprendiamo con l’esperienza dei ‘Corridoi di pace’, una settimana di condivisione, solidarietà e servizio proposti da Caritas Tarvisina all’interno del gemellaggio con Caritas Valjevo, in Serbia”, spiega Cecilia Turra, operatrice e accompagnatrice insieme a Don Davide di Caritas Tarvisina. 

Le attività si sono svolte a Jovania, a 5 minuti da Valjevo, nella struttura dove prenderà vita il progetto “Arketta“, il centro polifunzionale dedicato all’inclusione di persone con disturbi mentali e aperto a tutta la comunità. “A fine 2022, la Caritas di Valjevo ha acquistato una casa, un antico granaio, con ampi spazi verdi di bosco e di terreno coltivabile, lungo un piccolo torrente che bagna i confini del lotto di terra” continua Cecilia. 

Hanno accolto il gruppo i volontari dell’associazione Zracak (in italiano “Raggio di sole”) che si occupa, in collaborazione con Caritas Valjevo, di organizzare delle attività per persone con fragilità e disagio mentale soprattutto postbellico proprio a Jovania. Il servizio che i giovani partecipanti prestavano era infatti quello di condividere parte del loro tempo aiutandoli nello svolgimento di attività manuali e di giardinaggio, anche se, come ricordano i volontari, il fulcro di tutto consisteva nell’essere presenti.

“All’inizio mi sembrava di fare molto poco, ma poi ho capito che l’importante era esserci; esserci nella relazione con loro, nella condivisione di pasti e pause caffè, di chiacchiere all’ombra nei momenti di riposo” racconta Valentina, 23 anni, tra i cinque ragazzi partecipanti. Non rientrava negli obiettivi presentarsi con gruppi troppo numerosi: “Quando hai poche persone diventa ancora più personale il confronto” sostiene Valentina Cabras, tra le organizzatrici del viaggio e referente progetti giovani in Caritas.

Il campo è stato pensato infatti come un’esperienza di relazione e servizio, proponendo un tempo di conoscenza di una realtà estremamente vicina a noi, eppure così lontana. Non sono mancati gli incontri di formazione sulla storia geopolitica del Paese, una ferita ancora aperta come in tutta la penisola balcanica. Un’occasione poi anche per degustare piatti tipici del Paese grazie ai pranzi degli abitanti locali da cui erano invitati, ulteriore momento di interculturalità e scambio. Nel weekend hanno visitato alcuni ortodossi della zona, le città di Valjevo e Belgrado, chiudendo il viaggio con l’incontro con l’arcivescovo della capitale serba Ladislav Nemet.

“Siamo entrati nella loro quotidianità in punta di piedi da un giorno all’altro, ma ci hanno trattati come se ci conoscessimo da sempre, persone splendide, propense al dialogo e alla conoscenza, entusiaste di avere ragazzi nuovi con cui interagire e comunicare, desiderosi di mostrarci il loro lavoro e le loro abitudini quotidiane: l’allegria e la serenità che trasmettevano i loro volti mentre passavamo le mattinate tutti insieme è stato uno spettacolo indimenticabile” afferma Angela, 20 anni, che insieme a Valentina offrirà una testimonianza della propria esperienza venerdì 22 settembre in Casa della Carità a Treviso durante un incontro sui viaggi missionari.

(Foto: per gentile concessione di Cecilia Turra).
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