Decreto Omnibus per l’aumento dei taxi: quali benefici per il territorio?

Il tassametro in un taxi

In questo agosto 2023 uno dei temi più caldi discussi a livello nazionale è stato il decreto Omnibus, approvato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi dal Consiglio dei Ministri, prima della pausa estiva (la bozza del decreto era circolata sul web prima della sua effettiva approvazione).

Tale decreto riguarda il mondo dei trasporti, tra cui anche i taxi, per i quali sono previste delle misure mirate per aumentare l’offerta di questo servizio di trasporto pubblico.

Nei Comuni capoluogo di regione, nelle città metropolitane e nei Comuni sede di aeroporto internazionale c’è il via libera per incrementare il numero di licenze per i taxi, fino a un 20% in più, tramite un apposito concorso.

Quali ricadute avrà questo provvedimento sul nostro territorio?

A Conegliano un tassista interpellato sull’argomento ha posto l’accento su un’altra questione, rispetto all’aumento delle licenze: la difficoltà nel trovare persone disposte a fare questo lavoro, secondo il regolamento previsto. Aspetto che, a suo parere, avrebbe portato a questo provvedimento per un numero maggiorato di licenze.

“In tutta Italia esiste una mancanza di questo servizio, dovuta al fatto che chi si approccia a questo lavoro, non è più disposto a farlo secondo il regolamento che viene rilasciato con la licenza – ha spiegato – Regolamento che riguarda i giorni di lavoro e i turni, come ad esempio l’orario dalle 5.30 all’una di notte. Ora pochi sono disposti a lavorare in quegli orari, vorrebbero iniziare alle 8 del mattino e non lavorare il sabato e la domenica”.

“Tutto ciò non è possibile, perché negli orari al mattino presto e alla sera tardi c’è movimento, tra chi si muove da e verso l’hotel e chi deve prendere il treno”, ha chiarito.

“Questo è il nocciolo della questione, da cui parte la necessità di aumentare le licenze, per assicurare un servizio pubblico – ha proseguito – Anche se si aumentano le licenze, però, non si risolve il problema. So che il punto che ha creato più discussione tra i tassisti è il fatto che il capo tassista potrà avere più licenze e, di conseguenza, più macchine che lavorano per lui: si chiede a livello nazionale che a ognuno spetti una sola licenza“.

E a Conegliano? Com’è la situazione?

“A Conegliano siamo in 10 tassisti e abbiamo grossi problemi con la gestione di questo servizio: necessitiamo di due licenze in più – ha risposto l’intervistato – In passato, nel 2017, il Comune doveva fare un bando a tal proposito, poi non se n’è più fatto nulla. Le difficoltà sono tutte legate alla professione e alla questione della turnazione“.

Il decreto Omnibus visto da una prospettiva regionale

Ragionando ad ampio raggio, Alessandro Nordio, vicepresidente di Confartigianato Taxi Veneto, con delega nazionale per i rapporti istituzionali, ha commentato il provvedimento, mettendo in luce cosa il settore avrebbe realmente bisogno.

“Per quanto riguarda l’aumento del contingente, esiste già una normativa a livello di sindaci e di Regione Veneto: basta attivare quello che già c’è – ha spiegato – Da settembre 2022 a livello di Veneto stiamo facendo un lavoro di ricognizione: con un anno di anticipo ci stiamo muovendo, soprattutto nell’interesse dell’utente, che ha esigenze di mobilità. Vogliamo così soddisfare l’utenza e se l’utenza è soddisfatta, cresce il settore”.

“Riteniamo che questo decreto sia stato un intervento a gamba tesa del Governo e non capiamo perché i sindaci delle grandi città abbiano chiesto questi interventi, quando basta attuare un provvedimento già esistente nel giro di 48-72 ore, con una risposta immediata all’utenza – ha proseguito – Al contrario, con il provvedimento del Governo, l’estate dell’anno prossimo saremo ancora qui a parlarne”.

“Sarebbe stato più opportuno che il Governo avesse convocato i sindaci, chiedendo di attuare le normative che già ci sono”, ha aggiunto.

Alla luce di ciò, di cosa avrebbe bisogno tutto il settore secondo il vicepresidente di Confartigianato Veneto?

“Di provvedimenti che semplificano il rilascio di titoli stagionali, anche per far fronte a situazioni di ritardo di treni e aerei – inizia così la risposta di Nordio – Servono turnazioni effettive in tutti i Comuni e non a macchia di leopardo, con un coordinamento”.

“Servono inoltre sostegni economici, attività aggregate, una piattaforma che gestisca i ritorni a vuoto delle vetture, cosa che avrebbe anche un beneficio a livello ambientale – prosegue – Inoltre necessitiamo dell’aumento della capacità di posti a bordo e di un sistema che renda raggiungibili tutti i Comuni nel Veneto: aspetti che favorirebbero una transizione ecologica e un abbassamento delle tariffe“.

“Ci aspettiamo che la Regione batta forte un colpo con il Governo, per migliorare il modello di lavoro di tutto il settore”, ha concluso Alessandro Nordio.

(Foto: per gentile concessione di un lettore).
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