Farina dagli scarti di carciofo: l’idea di una startup veneto-friulana

Nata due anni fa dall’incontro fra Nicola Ancilotto e Luca Cotecchia, la startup veneto-friulana Circular-Fiber ha sviluppato un innovativo progetto industriale basato sul recupero degli scarti alimentari. Il primo prodotto ecosostenibile targato Circular-Fiber si chiama KARSHOF, ed è una farina funzionale creata recuperando gli scarti dei carciofi che sta già catturando l’attenzione di alcuni colossi del settore alimentare.

L’intervista a Nicola Ancilotto – video a cura di Simone Masetto

Il prodotto, ecosostenibile e con spiccate proprietà nutrizionali, punta alla diffusione su scala industriale, coniugando la produzione su larga scala con un processo a basse emissioni di CO2

“Tutto è nato dalla mia tesi finale al Master EMBA al MIB di Trieste – spiega il cofondatore e amministratore delegato della startup Nicola Ancilotto, con alle spalle un background nel settore dell’impiantistica industriale – . Con Luca Cotecchia, laureato in Biotecnologie Industriali, abbiamo visto che il progetto sulla carta, a seguito dell’analisi fatta con gli altri discenti che hanno collaborato alla tesi, poteva trovare un riscontro reale nel mondo industriale”.

“La farina a marchio KARSHOF è nata così, un anno e mezzo fa, ed è un primo tassello di quanto si pone di realizzare Circular Fiber nell’ambito dell’economia circolare. La scelta di partire dal carciofo non è casuale – spiega Ancilotto sottolineando l’impressionante cifra di scarto che caratterizza questa produzione -. Nell’industria del carciofo, solo per la produzioni di fondi, lo scarto arriva al 75%, una cifra altissima che sacrifica ¾ di un vegetale con delle proprietà nutritive uniche”.

Grazie ad un processo innovativo (con domanda di brevetto depositata) Circular Fiber parte dalla foglia del carciofo per estrarne le fibre e trasformarla in una farina funzionale ad alta digeribilità, priva di glutine, a basso contenuto di zuccheri ma anche ricca di fibre (60%), proteine (13%) inulina e cinarina, prezioso antiossidante tipico di questo vegetale: “Può essere incorporata nella preparazione di pane, pasta, snack e pizze dando un’elasticità notevole all’impasto e, non ultimo, si conserva a lungo sugli scaffali con una shelf-life di tre anni”.  

“Nell’arco di un anno prevediamo di mettere in piedi un impianto proprio per la produzione di KARSHOF. Ad ora, in questa prima fase progettuale, la lavorazione degli scarti di carciofo è affidata a terzi nell’ottica, un domani, di concentrare interamente la produzione nello stabilimento di Circular Fiber che sorgerà in provincia di Venezia”.

Pane fatto con farina KARSHOF

Il primo fondamentale passo però è già stato fatto con l’integrazione della supply chain a monte che garantirà a Circular Fiber un approvvigionamento diretto e a km zero della materia prima. “Un importante produttore di scarti di carciofo, con sede a meno di un km da dove sorgerà il nostro stabilimento, è già entrato in società – prosegue il Ceo della startup – . Così riusciremo ad assicurarci la fornitura diretta di prodotto fresco (lavorato entro le 24 ore dalla produzione dello scarto) abbattendo i costi di trasporto in termini economici e di emissioni di CO2”.

“Non andremo mai a rifornirci a 100 km di distanza, non sarebbe coerente con la nostra etica – sottolinea – . In quest’ottica abbiamo già in cantiere l’idea di un modulo mobile che aprirà alla possibilità di produrre direttamente nei luoghi dove si genera una quantità elevata di scarto. Si andranno così a creare delle piccole unità mobili per produrre e fornire la farina a km zero garantendo una filiera con un’impronta di carbonio (Carbon Footprint) negativa, abbattendo sprechi di energia non necessari, e recuperando in parte quelli a monte dei produttori di carciofi”.

Circular Fiber inserita nell’acceleratore di startup “Terra Next”, nato per supportare la crescita di startup e piccole medie imprese innovative nell’ambito della bioeconomia e dell’agricoltura rigenerativa, vede in KARSHOF un punto di partenza. “Gli scarti di carciofo potranno prestarsi in futuro anche ad altri impieghi – conclude Ancilotto – ora parliamo di farina, ma la nostra ricerca guarda anche alla creazione di fibre tessili, mattoni eco sostenibili e bioplastiche”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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