Viaggio nel borgo nascosto di Nogarolo: primo itinerario alla scoperta delle località perdute con Naturalmente Guide

Non tutti sanno dov’è Nogarolo: si tratta di un piccolo borgo, una frazione della Tarzo “più profonda”, che ha mantenuto alcuni elementi caratteristici che lo rendono per alcuni aspetti persino più esclusivo rispetto a quei borghi che vengono frequentemente celebrati per la loro bellezza.

Passeggiando sulle strade, salendo le gradinate che dalla piazza portano alla chiesa, Nogarolo appare come un paese d’altri tempi: silenzioso e circondato da alture, rappresenta uno ottimo punto di partenza per avviarsi su molti sentieri e itinerari, tra i quali la celebre Via dell’Acqua, che lo intercetta, trasportando i viaggiatori più instancabili da Segusino a Serravalle.

Il racconto di questa località “segreta” parte proprio dal terrazzino della sua chiesa, un punto molto caratteristico, a parte per la curiosa presenza di due palme davanti al portone d’ingresso, che non sono certo autoctone: sono Mary, Marta e Paola, tre dei volti della Naturalmente Guide, ad anticipare alcuni degli aneddoti che si nascondono dietro gli elementi che costituiscono il paesaggio del borgo, tra i quali i vecchi “pioi”, un’edicola, come non se ne vedono più, e un lavatoio, “la Fontana degli Stauli”, restaurata da dei volontari qualche tempo fa, che anticamente costituiva il centro sociale, il punto d’incontro, per le donne del paese.

Oltre al riconoscere i nomi e le leggende legate alle alture circostanti, tra cui il Monte Comun, il monte Baldo, la collina più alta del gruppo, l’itinerario può rivelarsi davvero ricco d’incontri con la flora, con la storia e con la fauna: l’esperienza delle guide, ma soprattutto la loro passione, fa sì che il visitatore si accorga di molti punti notevoli, che senza un “Virgilio” probabilmente non sarebbe possibile individuare.

Tra tracce di caprioli e di tassi, per esempio, è curioso sapere che il nome Nogarolo abbia che fare con le noci, ma che la zona boscosa si contraddistingua in particolare per una vasta presenza di castagni secolari e che i territori a cavallo tra Vittorio Veneto e Tarzo rientrino nella zona delle castagne di Combai.

Seguendo il segnale bianco e azzurro che contraddistingue il sentiero, a tratti coperto dal muschio e dalle edere che crescono sui margini del sentiero, si arriva al confine tra i due comuni, segnalato da un cartello.

Poco oltre ci si imbatte in una distesa di piante di sambuco e in alcuni vigneti che conservano ancora una metodologia praticamente scomparsa dalle rinomate colline: collegate da alberi da frutto e sostenute da reti sospese di bastoncini paralleli, le vigne danno al paesaggio un’impressione ben differente dalle solite cartoline.

Il silenzioso borgo di Nogarolo si conferma così come una buona alternativa per quegli escursionisti che vogliono andare oltre i tracciati delle cartine turistiche.

Attraverso le guide di Naturalmente Guide, sarà possibile organizzare tour e visite anche per quei trevigiani che ancora non sapevano dell’esistenza di questo paese e che sono curiosi di comprenderne i migliori segreti.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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