Difficile che venga accolta dalla maggioranza, ma Rinascita Civica ci prova con una mozione, anzi con una proposta di delibera da votare in consiglio comunale avente per tema quello che è ormai sulla bocca di tutti in città, ovvero quella sperimentazione contestata del doppio senso unico in via Oberdan.
“Per alleviare i molti disagi denunciati dai cittadini il gruppo Rinascita Civica-Partecipare Vittorio – viene scritto – presenta questa proposta di delibera, da votare nel prossimo consiglio comunale, con la quale si anticipa il termine della sperimentazione al 30 novembre“.
In effetti nella delibera della giunta comunale con la quale è stata disposta l’inversione dei sensi unici di via Da Ponte e via Lioni con l’obiettivo di migliorare i collegamenti rionali tra i quartieri di Ceneda, Meschio e Centro, con il ripristino del doppio senso in via Oberdan, tra via Galilei e via Garibaldi, su due carreggiate separate a senso unico di marcia è stato ritenuto opportuno di estendere il periodo di sperimentazione fino al 31 gennaio 2021.
Per Rinascita Civica però si ritiene che a distanza di alcune settimane si sono già delineati i risvolti frutto dei cambiamenti apportati alla viabilità, e che 90 giorni bastano “a raccogliere in numero cospicuo le osservazioni dei portatori di interessi utili a valutare i risultati dei cambiamenti”, senza contare che “gli operatori del commercio hanno lamentato da subito un calo degli incassi ed esprimono preoccupazione per la prospettiva di importanti perdite di vendite nel periodo natalizio”.
Da qui nel deliberato viene proposto di “affidare alla Commissione Viabilità il compito di anticipare al 30 novembre la verifica dell’effettivo impatto sulla viabilità delle modifiche poste in atto, analizzando anche le osservazioni pervenute all’Amministrazione comunale e di far adottare dagli uffici il provvedimento finale più opportuno”.
“Il nostro gruppo consiliare è stato sollecitato a verificare se le barriere spartitraffico sono a norma – spiega Alessandro De Bastiani – perché chi è più esperto di noi ci ha segnalato che i manufatti non sono contrassegnati dal marchio CE secondo le disposizioni del Ministero. Chiederemo anche questo”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
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