Dalla gallina padovana all’antenata delle lasagne: le pietanze apprezzate dai nobili protagoniste del banchetto medievale al prato della fiera 

“Animalia, il Boccaccio a tavola con i conti Collalto”: questo il tema scelto per il Banchetto Medioevale di Santa Lucia di Piave, appuntamento estivo che anche quest’anno ha fatto da apripista all’Antica Fiera, in programma a novembre, che culmina proprio con la rievocazione del mercato trecentesco. 

Sabato sera le pietanze preparate ai tempi di dame e cavalieri hanno attirato un gran numero di commensali (la cena era sold-out dallo scorso anno) che fra una portata e l’altra hanno assistito a momenti di teatro, esibizioni funambolichescontri fra soldati e giochi di fuoco. 

Camerieri in costumi medievali hanno sfilato con grandi vassoi davanti alle lunghe tavolate disposte sul prato del campo fiera servendo le pietanze realizzate prevalentemente a base di carne, sinonimo di rinnovato benessere nelle tavole dei nostri antenati. 

“Dopo secoli di invasioni barbariche il medioevo fu un periodo di rinnovamento, anche a tavola – spiega l’autore ed esperto di enogastromia Giampiero Rorato -. A livello locale i Collalto, ad esempio, ottennero grandi territori dal Vescovo di Ceneda e introdussero un’agricoltura più moderna. Di conseguenza anche i loro mezzadri poterono usufruire di prodotti agricoli migliori che arricchirono le tavole”.

La “lista de magnari

La “frutta de lo Contado, fete de pan co: salame de oca, de mussa et de porco, cestino de anera silvatica” è l’antipasto che ha dato il via alle danze, il primo di una lunga “lista de magnari” che, per citarne alcuni, ha incluso la “lasania con oca, et erbe officinali de lo castello, “saor de gaina de cortivo padovana”, “stinco de porco al miel cum fasioi all’ocio et pancetta a lo fumo” fino al “dolce cum mistura de fruti de lo bosco et anice stellato de Venessia”, il tutto innaffiato da “birra co radici de li frati della Granzia, vin rabioso del lo contado e Ippocrasso de frutti e fiori de lo campo (un vino aromatizzato diffuso nelle tavole quattrocentesche). Il menu, realizzato dall’Associazione Ramoncello, è il frutto di uno studio meticoloso sui (pochi) testi giunti fino ai giorni nostri riguardanti la cucina medioevale. 

“I testi di cui disponiamo non sono molti – spiega Rorato –, Fra i più importanti va citato il ‘Libro per cuoco’, testo veneziano risalente alla fine del Trecento, che ci dà un’immagine di quella che era la cucina nobile del tempo dai tratti fortemente internazionali, con influenze arabe ma anche con un retaggio derivante dagli antichi romani”. 

Fra le pietanze di origine romana servite sabato sera, ad esempio, spicca proprio l’antenata delle nostre lasagne (che in origine venivano fritte) guarnite con carne d’oca, un prodotto che rimanda al mondo ebraico. Fra le più apprezzate dai nobili medioevali va citata anche la carne di gallina padovana, considerata una vera prelibatezza. 

Il banchetto medioevale è un’altra perla che l’Antica fiera e il Comitato mettono a disposizione non solo della nostra comunità ma anche dei molti partecipanti che vengono da fuori – commenta il sindaco di Santa Lucia di Piave Fiorenzo Fantinel – . Sono diversi anni che va in scena questo appuntamento che si inserisce perfettamente negli spazi esterni del campo fiera, dove anche chi non siede a tavola ha la possibilità di godersi lo spettacolo. Un plauso va come sempre agli organizzatori per il lavoro di ricerca storica certosino che riguarda non solo la gastronomia ma anche i costumi e gli usi del tempo dando vita ad una cena culturale che apre una finestra sul passato”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata, Antonio Menegon e Antonio Zardetto per Archeosusegana).
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