“Fascismo in cattedra, storia di un maestro a Susegana tra due guerre” è il titolo del nuovo libro del giornalista Antonio Menegon che sarà presentato venerdì 11 settembre 2020, alle 20.45, in piazza a Susegana.
Il libro, edito da De Bastiani, è corredato da una prefazione storica e da un ricco apparato iconografico con 166 immagini di Susegana nella prima metà del Novecento, in gran parte inedite.
L’opera racconta la storia di un maestro di Santa Lucia di Piave, Angelo Manente, reduce e mutilato della Grande Guerra, perseguitato dal regime fascista, che è costretto a lasciare la scuola elementare di Susegana e l’Italia.
Si parla inoltre di un altro maestro, Mario Trombini, che prende il suo posto nel 1935 e del quale viene narrata la storia oltre alle vicende della sua famiglia, alle prese con la sopravvivenza quotidiana in tempo di guerra.
Ci sono poi le fughe sulle colline per sfuggire alle bombe, gli episodi di storia minima che riguardano la scuola, le celebrazioni e le cerimonie patriottiche, la fascistizzazione didattica dei programmi scolastici fino alla Liberazione.
C’è poi il resoconto, in un inedito diario di guerra, dei tanti episodi che hanno caratterizzato la vita di un uomo che ha saputo mantenere alta la sua dignità e il ruolo di educatore che era stato chiamato a svolgere nella scuola elementare di Susegana.
In caso di pioggia il libro verrà presentato nei locali dell’ex biblioteca, al piano terra del municipio di Susegana, con ingresso libero nel rispetto delle norme per il contrasto al Coronavirus.
Nella prefazione storica, Antonio Menegon analizza il clima che si è venuto a creare dopo la Grande Guerra, fino all’avvento del fascismo in un territorio caratterizzato dalla presenza della grande azienda agricola della famiglia Collalto, prima confiscata dallo Stato italiano e poi rivenduta all’antico proprietario.
Ben 80 pagine del libro sono riservate alle fotografie di Susegana, nella prima metà del Novecento, con i castelli pesantemente danneggiati dalla guerra, la piazza del paese che prende forma dopo le distruzioni, l’inaugurazione del monumento ai caduti, il ponte sul Piave e le immagini di tante persone ritratte durante cerimonie pubbliche o momenti di vita privata.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Antonio Menegon).
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