Attese lunghe per i prelievi, il Comitato per la difesa della Sanità: “La Regione investa nel servizio, non nel privato”

Con le difficoltà create anche dallo scoppio dell’epidemia del Coronavirus, ritorna in campo il Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica Alta Marca Trevigiana, che denuncia nuove problematiche. Come quelle relative alla chisura dei punti di prelievo.

Ora per le note difficoltà dovute alle linee guida l’Ulss 2 prevede che l’esecuzione dei prelievi venga fatta esclusivamente su prenotazione, online o telefonando al call center del Centro Unico Prenotazioni.

“Ma contemporaneamente – spiega una nota del Comitato – la dirigenza ha deciso di chiudere fino a data da destinarsi tutti i punti prelievi periferici, ad esempio per l’area Nord: Cison di Valmarino, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Sernaglia, Tarzo e Corbanese”.

“Si tratta di una decisione molto grave – sostiene il comitato di Vittorio Veneto -, perché questo era un servizio di grande importanza per le persone ammalate e in particolare per gli anziani con difficoltà di trasporto. La prenotazione online è un sistema tecnologico sicuramente valido, ma che richiede dimestichezza con l’informatica, poco consona alle fasce di popolazione più deboli come gli anziani, in particolare se senza sostegno famigliare”.

Viene evidenziato anche che il collegamento telefonico con il Cup risulta difficoltoso per le lunghissime attese, in quanto le telefonate per le prenotazioni dei prelievi si aggiungono non solo alla normale attività, e gli utenti segnalano la pratica per cui l’operatore non fissa subito l’appuntamento, ma avvisa l’interessato che verrà richiamato quando ci sarà posto.

Ufficialmente poi la presa in carico avviene non quando l’utente chiede il servizio, ma al momento i cui viene richiamato perché la prestazione è possibile. Quindi “dalle carte” risulta che i tempi d’attesa sono accettabili e rispettano i termini stabiliti dalla Regione.

“Invece – dice il Comitato – il cittadino è sottoposto a attese e costretto a percorsi complessi, per cui sempre più spesso o rinuncia ad eseguire gli accertamenti richiesti, oppure si rivolge alla struttura privata per ottenere un servizio più celere, con un esborso di denaro che non molti possono permettersi”.

Da qui un appello alla Regione di potenziare con uno sforzo finanziario eccezionale anche questo servizio in termini di organizzazione e di personale: “Ribadiamo che l’accesso universale e gratuito alla sanità e alla salute è un diritto costituzionale, che va salvaguardato e difeso”.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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