Enrico Canato è di Maser e lavora a Valdobbiadene: quella che propone da qualche anno ormai è una di quelle attività che non tutti conoscono ma che in molti apprezzano privatamente, perché introduce l’utilizzo di quelle che definisce “componenti pure” del suono per stimolare benessere e spiritualità.
Attraverso il suo fidato didgeridoo, uno strumento a fiato che ha origine dagli aborigeni australiani, e altri strumenti esotici, come le campane tibetane, ma anche attraverso la sua stessa voce e attraverso una precisa gestualità, Enrico, che si definisce un operatore olistico vibrazionale, porta avanti una ricerca personale fatta di ascolto e di concentrazione che spesso e volentieri condivide con il pubblico.
Il “massaggio sonoro armonico” unisce già nel suo definirsi la sfera sensoriale del tatto e quella dell’udito, andando alla ricerca di qualcosa di ancora più intimo e nascosto.
Secondo Enrico, infatti, gli “armonici”, ovvero le componenti pure delle frequenze del suono, vengono proiettati sul corpo, con grandi capacità benefiche specialmente per quanto riguarda il sonno e la capacità di rilassamento.
Si tratta di un’esperienza soggettiva, che varia da persona a persona, ma che in certi casi, secondo il maserino, ha sorpreso persino i più scettici, invitandoli ad accogliere un nuovo modo più attento e introspettivo di ascoltare e ascoltarsi.
“Ho cominciato con la chitarra – racconta Enrico – e poi col tempo mi sono appassionato via via sempre più a questo mondo, frequentando varie discipline dal pranic healing, al reiki e al nada yoga”.
Un mondo nascosto, il suo, nel quale viene dato valore alla parte più pura del suono, quella che si nasconde a metà tra la musica e il silenzio; una passione che condivide assieme alla moglie Stella, che lavora nel campo di altre due discipline compatibili, naturopatia e numerologia. Assieme, la coppia sta dando vita a un’associazione che avrà il nome di Accordi d’Anime, che avrà l’obiettivo di promuovere eventi di ricerca e crescita personale.
Elemento fondamentale per l’attività di Enrico è il contesto naturale: ogni sua seduta comporta un avvicinamento agli elementi, tra cui l’acqua e gli alberi. Per questo le colline, i parchi pubblici e le fonti dei torrenti e dei ruscelli ben si prestano alle sue pratiche, che vengono aperte a un certo numero di curiosi e di appassionati, interessati a capire in che senso le frequenze del suono possano plasmare la loro vita.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Enrico Canato).
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