Codognè, la camera di Foscolo a Villa Toderini: “La vista mozzafiato sul parco ha influito sull’ispirazione del poeta”

Il Poeta ha trascorso alcuni giorni presso la Villa Toderini di Codognè dove ha scritto due odi. Era infatti consuetudine tra i nobili del tempo invitare personaggi legati alla cultura e ospitarli nei vari salotti.

Al Poeta a Codognè è stata dedicata una stanza che porta ancor oggi il suo nome. La famiglia Bonicelli, attuale proprietaria della villa racconta: “Una Casa non è mai una questione di mattoni, ma di Amore. Questa era la premessa che nostro padre, Pier Luigi Bonicelli, anticipava sempre quando ci narrava la storia di Villa Toderini. Sono passati diversi anni da allora e le sue parole riecheggiano dentro di noi quando ci riuniamo per decisioni riguardanti lo stato di conservazione della nostra dimora. Siamo dell’idea che ciò ci permette, oggi, di osservare la Villa con gli occhi dei nostri avi che la desiderarono e la fecero erigere”.

Villa Toderini sempre abitata da circa 320 anni ha visto il susseguirsi di generazioni: i capostipiti Toderini de Gajardis, mercanti veneziani, alla fine del 1600 vennero ammessi al Maggior Consiglio acquisendo il titolo nobiliare di conti, incaricarono l’architetto Frigimelica di realizzare la residenza.

Fu costruita in una porzione di terreno attorniata da campagne, quindi fuori dal contesto di quello che era il centro del villaggio. Oltre al terreno per la costruzione della casa, i Toderini investirono nell’acquisto di campi da coltivare.

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Ci piace pensare che già a quei tempi il loro arrivo a Codognè portò molti a spostarsi in questo piccolo paese per cercare lavoro all’interno della tenuta e incrementandone conseguentemente lo sviluppo con case, empori di generi alimentari e attività varie e favorendo il sostentamento a grandi famiglie di contadini.

I proprietari, in poco tempo, insieme all’attività commerciale consolidarono la Villa come luogo di villeggiatura dando ospitalità a una cerchia letteraria a cui hanno preso parte personaggi illustri come Ugo Foscolo. Era un salotto che richiamava un’intera classe sociale.

Chi diede inizio a questa tendenza a favorire le arti e le lettere fu Ferdinando Toderini collezionista di odi e sonetti composti da emergenti poeti.

Nel 1796 la contessa Maddalena Toderini Pappafava ospitò il Foscolo. Durante il suo soggiorno egli scrisse il canto “La Croce” e l’ode “ Il mio tempo” in occasione della monacazione della contessa Marietta, sorella di Maddalena. Lo stesso poeta per mantenersi e farsi conoscere nella società “ bene” ripagava i suoi soggiorni scrivendo saggi e odi alle famiglie che lo accoglievano.

La “camera del Foscolo” è una delle stanze con la vista più suggestiva e mozzafiato sul parco antistante la Villa e ciò ha sicuramente influito sulla stesura delle sue opere.

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Villa Toderini venne seriamente danneggiata dai bombardamenti durante la Prima Guerra mondiale e in seguito ricostruita nelle sue parti strutturali e nelle finiture. Nel corso della Seconda Guerra mondiale divenne sede del comando tedesco, fu saccheggiata e parte dell’arredamento originario bruciato.

Il desiderio della Famiglia di rimettersi in gioco e ridare vita a questo gioiello non ha mai avuto un attimo di esitazione. Con il passare degli anni fu poi ereditata dalla stirpe dei Ferracini – Ton e a seguire fino ai nostri giorni dalla famiglia Bonicelli, attratti tutti dal desiderio di quotidianità che ancora oggi si respira in questa casa.

“Ricordando il papà nei suoi innumerevoli viaggi, intorno al mondo – continuano – ci è lecito pensare che alla fine della sua vita abbia trovato nella casa materna l’approdo che aveva cercato nel suo vagare. Su tutti noi la Villa esercita un fascino. Sì, la Villa ha un cuore, lo ha sempre avuto. E’ per questo motivo che si parla di Amore. Al sorgere del sole e al calare dello stesso si aprono e si chiudono le finestre come in una qualunque casa, questo è il segnale che la vita continua e che nessun giorno è uguale all’altro, una giornata in più che si somma alle primavere di questa dimora“.

“Ospitalità – sottolineano – un sostantivo insito da sempre nel Dna della nostra famiglia da generazioni, che, con cordiale generosità, ha accolto e trattato ospiti, conoscenti e amici da tutto il mondo a partire da personaggi illustri come il Foscolo e ancora oggi offre servizio di ricevimento all’Agriturismo Villa Toderini”

“Ora spetta a noi tre fratelli, Pier Luca, Pier Francesca e Pier Leonia insieme alla mamma tramandare ai nostri figli il senso di dovere e sacrificio di mantenere in vita questo patrimonio inestimabile. Ci è stato donato, un dono lo si dà con il cuore, fiduciosi che venga coltivato con Amore” conclude la famiglia.

(Fonte e foto: Pio Dal Cin © Qdpnews.it).
(Foto: FAI).

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