Ripresa dell’attività didattica in presenza assicurata in tutta la Provincia con il massimo rispetto di norme anti Covid

Si è svolta ieri, giovedì 23 luglio, in Prefettura, convocata dal prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà, una riunione per fare il punto della situazione sullo stato di attuazione delle indicazioni sulla prevenzione del contagio da Covid-19.

In vista dell’apertura, dal prossimo mese di settembre nella maggior parte degli istituti scolastici sarà assicurata la ripresa in sicurezza dell’attività didattica in presenza, grazie ai nuovi standard organizzativi e logistici già adottati.

Il quadro delineato dal presidente della Provincia e dal direttore dell’ufficio scolastico provinciale, è stato sostanzialmente positivo ed è il frutto della condivisione strategica e dell’azione sinergica dei vari attori coinvolti.

Per quanto riguarda il tema degli spazi negli edifici scolastici, entrambi hanno evidenziato come le nuove linee guida ministeriali, integrate con le indicazioni della Regione Veneto, hanno fatto molta chiarezza, anche se restano i nodi delle risorse e del personale per supportare la nuova e più complessa organizzazione scolastica. Alcune criticità, rilevate in alcuni istituti, saranno superate attraverso piccoli interventi di edilizia.

Un focus particolare è stato dedicato ai problemi del trasporto scolastico, delle mense e delle palestre che, invece, appaiono ancora incerti: le norme anti Covid-19 impongono sui mezzi di trasporto una presenza ridotta dell’utenza (max 60%).

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Si stanno studiando altre soluzioni, come la proposta di scaglionare gli ingressi e le uscite degli studenti secondo due fasce orarie (alle ore 8 e alle 9 e alle ore 12 e 13), da coordinare poi con un nuovo piano dei trasporti a livello provinciale.

Per mense e palestre il problema emergente è, prevalentemente, quello dato dal considerevole aumento dei costi di gestione che derivano dalle ripetute attività di sanificazione e igienizzazione dei locali.

È stato fatto inoltre il punto della situazione sul problema del “disagio abitativo” in provincia di Treviso ed è emerso che a seguito dell’emergenza da Covid-19 il numero delle richieste di aiuto ai Comuni da parte delle famiglie, che faticano a pagare l’affitto o le rate del mutuo o che si trovano già in emergenza abitativa a causa di uno sfratto esecutivo, è aumentato in modo significativo.

I sindaci presenti hanno evidenziato che già ora i Comuni non riescono a soddisfare tutte le richieste a causa della scarsa disponibilità di risorse e, se il numero delle famiglie a rischio sfratto dovesse aumentare, l’attuale disponibilità di alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) non sarebbe sufficiente a soddisfare il bisogno abitativo delle famiglie.

La situazione sta destando particolare preoccupazione tanto che alcuni Comuni e l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale della provincia di Treviso) hanno intensificato i loro già consolidati rapporti di collaborazione, per rispondere al bisogno alloggiativo delle famiglie in difficoltà e di quelle a rischio fragilità.

L’incontro è l’ultimo di un ciclo e si è concluso con il dato positivo dell’assenza di occupazioni abusive nella provincia di Treviso.

 

(Fonte: Prefettura di Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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