Kakebo è un termine di origine giapponese che può essere letteralmente tradotto come “libro dei conti di casa”. Il Kakebo è infatti un registro dove annotare e classificare tutte le entrate e le spese, riuscendo così a redigere un bilancio delle proprie risorse economiche.
Come nasce
Il Kakebo si è diffuso nel 1904 per merito di Hani Mokoto (1873-1957), la prima giornalista donna giapponese. La sua idea fu quella di creare uno strumento che aiutasse le donne del suo Paese ad avere un prospetto sempre aggiornato del bilancio familiare. Nella cultura giapponese infatti il padre, salvo alcune eccezioni, è costretto, per motivi di lavoro, a lunghe assenze da casa. È la madre che deve provvedere alla crescita e all’educazione dei figli, alla cura della casa e anche alla gestione finanziaria della famiglia.
Come funziona
La raccolta dei dati viene accompagnata passo dopo passo in maniera chiara ed intuitiva. Il percorso che il Kakebo propone si sviluppa in 5 passaggi.
1. Entrate: viene richiesto di trascrivere tutte le ultime entrate ricevute. Per ogni entrata occorre annotare data, causale ed importo.
2. Uscite fisse: nella seconda fase si devono riportare le spese fisse come possono essere affitto, mutuo, tariffa telefonica, abbonamento mezzi pubblici ma anche quelle variabili. Le utenze domestiche sono un esempio di spese variabili (si tratta ovviamente di una previsione che si può fare prendendo come riferimento l’importo sostenuto nello stesso mese dell’anno precedente).
3. Risparmio mensile: la famiglia può decidere di darsi un obiettivo di risparmio mensile. La cifra scelta non deve essere costante ma può essere ridefinita all’inizio di ogni mese. Questa fase può diventare un importante momento di confronto all’interno delle mura domestiche nel quale riuscire a trovare un compromesso che possa accontentare le esigenze di tutti i membri della famiglia.
4. Budget mensile: è il passaggio sicuramente più veloce. Partendo dal totale delle entrate si sottraggono le uscite fisse e il risparmio mensile. L’importo ottenuto rappresenta il budget che la famiglia avrà a disposizione durante il mese.
5. Spese settimanali: a questo punto non resta che iniziare a registrare in maniera dettagliata tutte le spese che la famiglia sostiene quotidianamente. È sicuramente il passaggio che richiede più costanza e organizzazione. Può essere utile in questa fase conservare le ricevute e ritagliarsi pochi minuti alla fine della giornata per la trascrizione. Il kakebo propone una classificazione delle spese in 4 macro-categorie: sopravvivenza, optional, cultura e extra.
Al termine del mese, con un rapido conteggio, la famiglia potrà facilmente capire se il budget mensile è stato rispettato o se invece l’ammontare delle spese è superiore a quello che si aveva a disposizione.
I benefici
Il Kakebo consente poi di fare un’analisi più approfondita valutando l’ammontare delle spese di ogni settimana e di ogni categoria. La famiglia avrà in questo modo l’occasione di vedere se ci sono settimane con una maggiore propensione agli acquisti (magari quelle nelle quali viene accreditato lo stipendio) o potrà rendersi conto che alcune categorie incidono sul budget mensile più di quanto si potesse intuire.
Raccogliendo i dati mese dopo mese ed avendo una visione sempre più precisa di come i vari comportamenti incidono sulle proprie finanze, i membri della famiglia potranno rivedere e modificare le loro abitudini. La tecnologia oggi offre una lunga serie di app che forniscono lo stesso servizio del Kakebo.
Fissare l’impegno di ritagliarsi del tempo per scrivere e poi visualizzare su carta tutti i dati induce però ad una riflessione più profonda di quello che può dare una rapida ed a volte superficiale compilazione tramite smartphone. Il Kakebo permetterà di avere una maggiore consapevolezza di come si spendono i soldi consentendo di “spenderli meglio”, cioè di dedicarli alle categorie o alle singole voci di ogni categoria che ognuno sente di preferire. Questo non si traduce sistematicamente in un risparmio anche se chi utilizza il Kakebo da più anni dichiara che una pratica corretta e rigorosa nel corso del tempo può permettere di arrivare a risparmiare fino ad un 30%.
Autore: Claudio Sbrolla