Crisi di liquidità e “Lunedì nero” per i commercialisti italiani sono i temi affrontati nell’intervista concessa a Qdpnews.it dal dottor Enrico Zanetti (nella foto), esperto fiscale ed ex viceministro al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ieri è stata una vera e propria giornata da dimenticare per contribuenti e professionisti del mondo fiscale perché, a causa dei rinvii imposti dall’emergenza epidemiologica, si sono accumulati molti adempimenti che, secondo alcuni, dovrebbero “risollevare le casse dello Stato”.
Chi attendeva un possibile rinvio o una diluizione nel tempo degli adempimenti accumulati è rimasto deluso perché il Ministero delle Finanze ha deciso di non concedere rinvii o proroghe per evitare di peggiorare ulteriormente le condizioni delle casse dello Stato.
Questo ha provocato disagi e criticità a moltissimi studi di commercialisti e ai loro clienti che, visto il particolarmente momento che sta attraversando la nazione, si aspettavano un approccio diverso.
“È stata una giornata indubbiamente molto complessa per chi di professione assiste dal punto di vista fiscale le piccole imprese e le partite Iva individuali – spiega l’ex viceministro all’economia Zanetti – perché era un po’ attesa, quasi data per scontata, una proroga al 30 settembre dei termini non solo per i versamenti ma anche per i conteggi che servono a calcolarli. L’anno scorso, ad esempio, in condizioni molto più semplici di scenario generale questa proroga al 30 settembre era stata concessa”.
“Quest’anno – aggiunge – pandemia, lockdown, studi chiusi, smart working più o meno difficoltoso, una marea di pratiche straordinarie per assistere le casse integrazioni, richieste di contributi a fondo perduto e un insieme di altre cose facevano pensare che perlomeno una proroga identica a quella dell’anno scorso sarebbe arrivata. È davvero difficile far credere e, oserei dire, è anche pericoloso far credere che le casse dello Stato siano talmente in difficoltà da non poter fare una cosa che è stata fatta anche in anni normali”.
“Questo tipo di messaggio, a mio avviso, è anche irresponsabile nei confronti del mercato – prosegue il dottor Zanetti – È inevitabile che, rispetto alla crisi di liquidità, ci sia forte preoccupazione. Ovviamente il salto di qualità e la differenza ci saranno ove dovesse esserci un secondo lockdown, che naturalmente nessuno vuole neanche immaginare. È chiaro che se abbiamo avuto solo un passaggio a vuoto, ancorché durissimo, nei passati mesi ma poi, anche se con molte difficoltà ed esigenze di convivenza con il virus, l’economia continuerà il suo cammino di lenta ripresa come tutte le stime prevedono già per il 2021 e il 2022, avremo una situazione molto complessa ma gestibile con un piano di aiuti straordinario”.
“Se invece non avessimo un 2021 e un 2022 di graduale recupero della gravissima perdita del 2020 – prosegue -, ma una perdita ulteriore o anche soltanto una stagnazione, il buco si allargherebbe a un livello tale da diventare veramente difficile da gestire anche con risorse straordinarie. Non è questione di essere ottimisti o pessimisti, bisogna cercare di porre in essere tutti i rimedi possibili in condizioni di sostenibilità”.
“Adesso è inutile guardare a questi scenari così drammatici – conclude l’esperto fiscale – perché vanno gestiti sul piano sanitario facendo in modo che non sia necessario richiudere il Paese, anche davanti a delle riprese di contagi. Sul piano economico quello che va fatto è mettere il più possibile in sicurezza l’economia per le perdite subite quest’anno, creando le condizioni per cui le riprese stimate sul 2021/2022, poi 2023, possano essere addirittura più robuste o quantomeno confermate”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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